IO SAREI IMPAZZITO PER MOLTO MENO. 1999

Non mi stupisce il fatto che le mucche stiano impazzendo.

Dio, o, per chi lo preferisce, la Natura, le aveva create perfette: erbivore, ruminanti, longeve; mangiavano erba, camminando e ruminando; cagavano, producendo così un concime perfetto che nutriva la terra; producevano latte; figliavano vitelli e vitelle, dopo essersi, periodicamente, godute una bella scopata con un ben fornito toro.

 

Non sono nemmeno sicuro che l’uomo fosse autorizzato, da Chi ha creato ed organizzato tutto, a mangiarle; mi piace di più pensare che fossero destinate a fornire latte, e non carne; sembrano fisicamente costruite per aiutare l’uomo a tirare l’aratro, o un carro, e non per diventare bistecche al sangue; questo fatto della carne al sangue, poi, è significativo, molto significativo, di che bestia sia l’uomo.

Non sono vegetariano, ma nutro seri dubbi anche sul fatto che l’uomo sia stato creato carnivoro; ma di questo parleremo un’altra volta.

 Rimane il fatto che, ad andare indietro anche solo di 40 anni, un tempo che io e tanti altri ricordiamo benissimo, ricordo … … …

 ricordo mucche, con relativi enormi sonori campanacci, che pascolavano beate nei campi; oggi vivono tutta la loro breve vita rinchiuse in meno di 3 metri quadrati;

 ricordo mucche che brucavano l’erba; ma oggi gli diamo mangimi fatti anche con farine animali: gli facciamo, cioè, mangiare carne; a loro che sono state create per mangiare erba; non ricordo più come sia fatta una mucca, come funzioni il suo apparato digerente, il suo stomaco e i suoi intestini, ma ricordo che questo fatto di essere un ruminante significava che doveva mangiare erba, e non carne;

 ricordo le cagate di mucca, a cui si doveva fare attenzione quando si andava per prati; non ne vedo più da anni, dal momento che ora le mucche stanno nelle stalle, ma sono sicuro che le attuali cagate sono diverse da quelle pote di mucca che, quando si seccavano, dopo aver ceduto il loro potere energetico alla terra, potevano essere utilizzate sia come combustibile che per impermeabilizzare tetti di capanne e fienili; penso che le attuali cagate di mucca siano bruttissime ed innaturali; come quando noi stiamo male di intestino; insomma, secondo me sarebbe bastato guardare ed annusare le feci delle vacche per capire che l’alimentazione non era quella giusta;

 ricordo il latte fresco di mucca, quel latte che andava bollito e faceva due dita di panna; veniva portato tutte le mattine, prestissimo, dal lattaio; contenuto in due grandi pesantissimi bidoni di alluminio allacciati al telaio di una bicicletta; il lattaio riempiva bottiglie e pentolini, lasciati, la sera prima, fuori sui pianerottoli, o accanto al portone, o sui davanzali delle finestre al piano terra, o negli antri dei portoni; una volta la settimana, sotto il pentolino, o la bottiglia, si lasciavano i soldi per pagare il conto;  inutile dire che oggi non si arriverebbe nemmeno al problema del conto di fine settimana: già dalla prima mattina non si troverebbe né il latte nel pentolino né, tanto meno, il pentolino;

ricordo, sempre a proposito di latte, ancora un paio di cose; la prima: 30 anni fa una buona mucca produceva 5.000 litri di latte l’anno; oggi, a forza di ormoni e di selezioni, ne produce 11.000; la seconda: 30 anni fa all’allevatore che conferiva il latte alle Centrali del latte, nelle grandi città, arrivava il 47% del prezzo al consumo del latte; oggi all’allevatore arriva il 23%, e al consumatore arriva un latte depauperato di grassi, utilizzati per fare formaggi: c’è qualcosa che non va! Ma dov’è che sbaglio? Perché mi viene da pensare che le multinazionali dell’agroalimentare ci hanno fottuto anche stavolta?

ricordo l’atto d’amore, perché di amore si trattava, della mucca col toro, nel momento della riproduzione; e si vedeva, che era amore, perché ne aveva tutte le caratteristiche: il corteggiamento, la ritrosia, l’eccitazione, la conquista, il dono del corpo; come tutte le altre specie, anche le mucche emettono liquidi ed odori, quando feconde, per richiamare il maschio della loro specie; lui sente, si eccita, fa il suo dovere e si prende la sua parte di piacere, quella riservatagli da Colui che aveva organizzato tutto alla perfezione, distribuendo oneri ed onori, mansioni e compensi; unicuique suum, a ciascuno il suo.   Bene, incredibile ma vero, siamo riusciti a togliere ai bovini anche questo; il povero toro viene fatto eccitare dagli odori di una mucca feconda, viene masturbato, fino all’eiaculazione, da un veterinario che ne raccoglie lo sperma e lo divide accuratamente in centinaia e centinaia di dosi, le surgela, e … … che cosa ne fa? le utilizza per fecondare, artificialmente, la povera mucca, quando è nel periodo fecondo: e tutto questo solo per guadagnare un po’ di più!

In buona sostanza, alle mucche abbiamo tolto il piacere di mangiare quello che gli piaceva, e di camminare come e quanto gli piaceva; sicuramente gli abbiamo rovinato stomaco, fegato e intestini, muscoli e quant’altro; poi gli abbiamo tolto l’amore; in ultimo, le uccidiamo ancora giovanissime, e ce le mangiamo.

 E ci meravigliamo che siano impazzite? L’encefalopatia spongiforme, che uccide, tutto sommato, poche persone, è ben misera vendetta contro l’homo sapiens. E’ una vendetta tipica della bontà di questo animale carducciano, buono, pio, lavoratore, amico di quell’essere cattivo e spregevole che è l’uomo del duemila.

 

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