Non mi stupisce il fatto che le mucche stiano impazzendo.
Dio, o, per chi lo preferisce, la Natura, le aveva create
perfette: erbivore, ruminanti, longeve; mangiavano erba, camminando e ruminando;
cagavano, producendo così un concime perfetto che nutriva la terra; producevano
latte; figliavano vitelli e vitelle, dopo essersi, periodicamente, godute una
bella scopata con un ben fornito toro.
Non sono nemmeno sicuro che l’uomo fosse autorizzato, da
Chi ha creato ed organizzato tutto, a mangiarle; mi piace di più pensare che
fossero destinate a fornire latte, e non carne; sembrano fisicamente costruite
per aiutare l’uomo a tirare l’aratro, o un carro, e non per diventare bistecche
al sangue; questo fatto della carne al sangue, poi, è significativo, molto
significativo, di che bestia sia l’uomo.
Non sono vegetariano, ma nutro seri dubbi anche sul fatto
che l’uomo sia stato creato carnivoro; ma di questo parleremo un’altra volta.
Rimane il fatto che, ad andare indietro anche solo di 40
anni, un tempo che io e tanti altri ricordiamo benissimo, ricordo … … …
ricordo mucche, con relativi enormi sonori
campanacci, che pascolavano beate nei campi; oggi vivono tutta la loro breve
vita rinchiuse in meno di 3 metri quadrati;
ricordo mucche che brucavano l’erba; ma oggi gli
diamo mangimi fatti anche con farine animali: gli facciamo, cioè, mangiare
carne; a loro che sono state create per mangiare erba; non ricordo più come sia
fatta una mucca, come funzioni il suo apparato digerente, il suo stomaco e i
suoi intestini, ma ricordo che questo fatto di essere un ruminante significava
che doveva mangiare erba, e non carne;
ricordo le cagate di mucca, a cui si doveva fare
attenzione quando si andava per prati; non ne vedo più da anni, dal momento che
ora le mucche stanno nelle stalle, ma sono sicuro che le attuali cagate sono
diverse da quelle pote di mucca che, quando si seccavano, dopo aver ceduto il
loro potere energetico alla terra, potevano essere utilizzate sia come
combustibile che per impermeabilizzare tetti di capanne e fienili; penso che le
attuali cagate di mucca siano bruttissime ed innaturali; come quando noi stiamo
male di intestino; insomma, secondo me sarebbe bastato guardare ed annusare le
feci delle vacche per capire che l’alimentazione non era quella giusta;
ricordo il latte fresco di mucca, quel latte che
andava bollito e faceva due dita di panna; veniva portato tutte le mattine,
prestissimo, dal lattaio; contenuto in due grandi pesantissimi bidoni di
alluminio allacciati al telaio di una bicicletta; il lattaio riempiva bottiglie
e pentolini, lasciati, la sera prima, fuori sui pianerottoli, o accanto al
portone, o sui davanzali delle finestre al piano terra, o negli antri dei
portoni; una volta la settimana, sotto il pentolino, o la bottiglia, si lasciavano
i soldi per pagare il conto; inutile
dire che oggi non si arriverebbe nemmeno al problema del conto di fine
settimana: già dalla prima mattina non si troverebbe né il latte nel pentolino
né, tanto meno, il pentolino;
ricordo, sempre a proposito di latte, ancora un paio
di cose; la prima: 30 anni fa una buona mucca produceva 5.000 litri di latte
l’anno; oggi, a forza di ormoni e di selezioni, ne produce 11.000; la seconda:
30 anni fa all’allevatore che conferiva il latte alle Centrali del latte, nelle
grandi città, arrivava il 47% del prezzo al consumo del latte; oggi
all’allevatore arriva il 23%, e al consumatore arriva un latte depauperato di
grassi, utilizzati per fare formaggi: c’è qualcosa che non va! Ma dov’è che
sbaglio? Perché mi viene da pensare che le multinazionali dell’agroalimentare
ci hanno fottuto anche stavolta?
ricordo l’atto d’amore, perché di amore si trattava,
della mucca col toro, nel momento della riproduzione; e si vedeva, che era
amore, perché ne aveva tutte le caratteristiche: il corteggiamento, la
ritrosia, l’eccitazione, la conquista, il dono del corpo; come tutte le altre
specie, anche le mucche emettono liquidi ed odori, quando feconde, per
richiamare il maschio della loro specie; lui sente, si eccita, fa il suo dovere
e si prende la sua parte di piacere, quella riservatagli da Colui che aveva
organizzato tutto alla perfezione, distribuendo oneri ed onori, mansioni e
compensi; unicuique suum, a ciascuno
il suo. Bene, incredibile ma vero,
siamo riusciti a togliere ai bovini anche questo; il povero toro viene fatto
eccitare dagli odori di una mucca feconda, viene masturbato, fino
all’eiaculazione, da un veterinario che ne raccoglie lo sperma e lo divide
accuratamente in centinaia e centinaia di dosi, le surgela, e … … che cosa ne
fa? le utilizza per fecondare, artificialmente, la povera mucca, quando è nel
periodo fecondo: e tutto questo solo per guadagnare un po’ di più!
In buona sostanza, alle mucche abbiamo tolto il piacere di
mangiare quello che gli piaceva, e di camminare come e quanto gli piaceva;
sicuramente gli abbiamo rovinato stomaco, fegato e intestini, muscoli e
quant’altro; poi gli abbiamo tolto l’amore; in ultimo, le uccidiamo ancora
giovanissime, e ce le mangiamo.
E ci meravigliamo che siano impazzite? L’encefalopatia
spongiforme, che uccide, tutto sommato, poche persone, è ben misera vendetta
contro l’homo sapiens. E’ una vendetta tipica della bontà di questo animale
carducciano, buono, pio, lavoratore, amico di quell’essere cattivo e spregevole
che è l’uomo del duemila.