DI BRACCIANTI AGRICOLI E DI PIOGGE AUTUNNALI
Leggo del rinnovo del contratto degli operai agricoli comuni, che ha definito i nuovi minimi stipendiali di area, pari ad € 944,62 mensili, ovvero € 5,59 orari, ovvero € 45,00 giornalieri.
E mi sovviene il ricordo
di quando, bambino di 10-12 anni (oltre sessant'anni fa) mi spiegarono come
veniva regolamentato il lavoro dei braccianti (salariati), oggi denominati
operai agricoli comuni a tempo determinato; quelli di cui alla notizia sopraddetta.
Venivano pagati (non
ricordo di preciso quanto, ma era molto poco) a giornata, e non ad ora.
C'era la possibilità,
specialmente in autunno, che il lavoro dovesse essere sospeso, a giornata
lavorativa già iniziata, a causa di piogge inattese; e quando ciò avveniva si
doveva determinare chi (padrone o bracciante) e quanto dovesse piangersi il
maltempo, e si ricorreva a norme consuetudinarie.
Il problema era quando
pioveva a zuppavillano, quella pioggerellina autunnale leggera, quasi
impercettibile, che il padrone non riteneva poter essere giusta causa di
sospensione del lavoro, e che quindi gli avrebbe dato il diritto di non pagare
nulla, se il lavoro fosse stato sospeso.
E così i braccianti, per
non perdere la giornata lavorativa, continuavano a lavorare.
Ma dopo mezz'ora o poco
più la pioggerellina, se pur leggera, finiva ugualmente con l’inzuppare gli
abiti di quei poveracci, che tornavano a casa, a fine giornata, completamente
fradici.
Credo che il problema ora non si ponga più, con il pagamento ad ore.
Anche questa una conquista di civiltà.