DI IMMIGRAZIONE E DI CAVALLI DI RITORNO - 1 di 2



Per cavallo di ritorno si intende una azione che nel momento della sua esecuzione sembra valida, ma che, dopo un lungo giro, ritorna a chi l'aveva compiuta, presentando un conto più caro del beneficio che aveva inizialmente generato.

È nota la situazione di povertà di certi paesi africani (ma non solo), i cui popoli vengono sistematicamente depredati dai loro governanti, politici corrotti, che svendono preziose risorse locali a patto di incassare, per sé, cospicue tangenti pagate da corruttori del mondo cosiddetto occidentale.

Tale attività di corruzione, ovviamente moralmente esecrabile e teoricamente punibile da qualunque Diritto Penale di Paesi civili, viene invece tollerata, fino a divenire addirittura nobile, quando ben mascherata dalla ragion di stato.

Cioè: 'A noi [per esempio] italiani serviva il petrolio, e se non pagavamo tangenti ai politici [per esempio] algerini, congolesi, etc corrotti loro lo avrebbero venduto ad altri. Siamo stati costretti a pagare!'



Alla faccia della Morale e del Diritto.

Dove sta il cavallo di ritorno?

Sta nei poveri di quei Paesi, che, incapaci, per ignoranza e povertà, di liberarsi dei loro governanti corrotti, decidono, per disperazione, di fuggire, e di cercare asilo, spesso, proprio in quei Paesi (ricchi) dove vivono i complici (corruttori) dei loro governanti corrotti.

E così si chiude il cerchio.

Quella attività che sembrava aver portato un beneficio economico al Paese ha presentato il conto.

Per oggi basta. Domani approfondiremo conti, numeri, questioni morali, e recenti accadimenti.

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