IL VALORE (ECONOMICO E POLITICO) DELLA RESISTENZA PARTIGIANA ITALIANA.


 

Non voglio parlare del valore morale della Resistenza partigiana; ne hanno parlato, e continuano a parlarne, migliaia di grandi pensatori. Quanto segue ne analizza solo il valore economico e politico.

La Storia partigiana non solo ha fatto sì che l'Italia fosse considerata, alla Conferenza di Parigi del 1946 e al definitivo Trattato di Parigi nel 1947, come cobelligerante, senza subire, come la Germania, la debellatio. La Germania, in parole povere, sparì. La Società delle Nazioni (l'organismo internazionale nato nel 1920, e disciolto nel 1946, poi divenuto ONU) cessò di riconoscere l'esistenza della Germania (che si era ritirata da membro effettivo nel '33), ma non dell'Italia (che pure si era ritirata da membro effettivo nel dicembre del '37).


Risarcimenti di guerra.

A Potsdam la Germania fu condannata a pagare agli Alleati 20 miliardi di dollari USA

Pagò in macchinari, in stabilimenti di produzione e materie prime, ma non solo. 

Le riparazioni all'Unione Sovietica finirono nel 1953. 

Un gran numero di industrie civili vennero smantellate e trasportate in Francia e nel Regno Unito. Nel 1950, quando terminarono gli smantellamenti, erano state rimosse le apparecchiature da 706 impianti manifatturieri nell'ovest e la capacità di produzione dell'acciaio era stata ridotta di 6.700.000 tonnellate.

Molti risarcimenti vennero compensati con le proprietà dei tedeschi espulsi dopo la seconda guerra mondiale. 

Per due anni gli Stati Uniti  raccolsero tutte le tecnologiche e il know-how scientifico tedesco, tutti i brevetti, e molti eminenti scienziati tedeschi (la famosa Operazione Paperclip).

Di contro, nel Trattato di Parigi del 1947 all'Italia fu imposto di pagare, come risarcimento dei danni provocati durante la guerra, 55 volte di meno, solo 360 milioni di dollari USA, di cui 100 milioni all'URSS, 125 alla Jugoslavia, 105 alla Grecia, 25 all'Etiopia e 5 all'Albania.

Di questi 360 milioni l'Italia ha pagato circa il 10%, gran parte dei quali all'Etiopia, nel 2001, quantificando assistenza per il supporto del bilancio e dello sviluppo.


Piano Marshall.

La quota italiana del Piano Marshall ammontò ad oltre 2 miliardi di dollari USA di allora, solo il 40% restituiti, a tassi di interesse molto bassi, per quei tempi di inflazione galoppante. Valuto molto interessante ed esauriente il documento online al seguente link:

https://www.storiologia.it/marshal/marsh00.htm

 

Il valore politico.

La cobelligeranza ottenuta negli accordi di pace  ha dato la possibilità ai politici italiani, negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra, di inserirsi immediatamente nel contesto internazionale, trattando alla pari con il resto del mondo.

Fummo anche decisamente fortunati; nei venticinque anni dopo la fine della guerra abbiamo avuto la ventura di godere di una classe politica decisamente eccezionale, che seppe giocarsi, ai tavoli internazionali, la carta Resistenza italiana nel migliore dei modi. Le volpi democristiane (con la fattiva collaborazione del PCI, del PSI, e di tutti gli altri partiti di allora) sono indubbiamente state ottime guide del miracolo economico italiano; anche con i loro (non pochi) difetti.

La Storia riconosce infatti -giustamente, ritengo- alla Resistenza francese un valore ed un'importanza strategica decisamente maggiore di quelli della Resistenza italiana, ma i nostri politici seppero 'raccontare' meglio la nostra, ottenendo migliore visibilità e benefici.

Tutto qui, per quanto riguarda i valori economici e politici.

Ora posso andare a festeggiare il 25 aprile morale, ideologico ed umano, per mio conto, in corrispondenza di amorosi sensi: a piangere e ringraziare i morti miei, ma a ringraziarli tutti, quelli che hanno lottato e dato la vita per la libertà mia, dei miei figli e dei miei nipoti.

Buona Festa della liberazione a tutti!

 

 

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