COMINCIAMO AD APPLICARE LA COSTITUZIONE ESISTENTE, PRIMA DI CAMBIARLA
Non si può
non essere d'accordo sul fatto che, una volta stabilite le regole del gioco, e
distribuite le carte, NON SIA LECITO CHE
CHI HA LE CARTE MIGLIORI CHIEDA DI CAMBIARE LE REGOLE DEL GIOCO A SUO ULTERIORE
VANTAGGIO.
Anche perchè gli italiani
non devono dimenticare i risultati del voto alle ultime politiche:
46.021.956 erano gli aventi diritto al voto
29.355.952
hanno votato. Il 63,78%
12.300.244 sono i
voti andati alla destra, e cioè:
il 41,9% dei
votanti (e seggi -secondo le leggi vigenti- in proporzione)
il 26,72% degli italiani aventi diritto. Meno di 3 italiani su 10.
A F.lli d'Italia sono andati, se non sbaglio, poco più di 7.600.000 voti, il 26,02% dei votanti, poco meno del 16,6% degli italiani aventi diritto. Poco più di un italiano e mezzo su 10 (Altro che 'Il popolo mi ha votato, ed io farò questa riforma!' come grida la Meloni!)
Fare riforme alla Costituzione, in questa situazione, non appare giusto.
1. Almeno fino a quando la attuale Costituzione non sia stata compiutamente applicata (art. 49, 18, e 98 c. 3: regolamentazione dei Partiti politici). Innanzitutto va regolamentato il sistema delle CANDIDATURE.
I CANDIDATI NON VANNO NOMINATI DALLE SEGRETERIE, MA ELETTI DAGLI ISCRITTI AL PARTITO.
Ciò prevede una normativa severa sul tesseramento, per sanare il fenomeno delle tessere false o pagate da leader farabutti.
Poi è
necessario regolamentare i finanziamenti privati ai Partiti, che non debbono
contrarre debiti con le lobby, che debbano essere pagati poi, una volta eletti
in Parlamento.
In ultimo,
ma non per importanza, bisogna porre dei limiti alle spese per le campagne
elettorali, e sorvegliare severamente la par condicio nell'uso dei media.
2. Almeno sino a quando non sia deliberata quella nuova legge elettorale che tutte le forze politiche (destra compresa) si erano impegnati, in campagna elettorale per il referendum dell'ottobre 2019, a fare nelle settimane immediatamente successive al referendum.
Tutto quanto precede va fatto per risolvere il più grande problema della Democrazia italiana: l'astensionismo.
Perchè la Democrazia ha senso solo se partecipata. Non ha senso se 4 italiani su 10, avendo perduto la fiducia nel sistema democratico realizzato dai Partiti, rifiuta di utilizzare il voto per esprimere il suo parere.
E a me sembra innegabile che tale problema esista perchè la vita dei Partiti non è mai stata seriamente regolamentata, come previsto dalla Costituzione.
Solo dopo che sia stato esperito questo tentativo possiamo parlare di ulteriori riforme costituzionali. Ovviamente, dopo aver realizzato quanto detto, e prima di decidere, IN PARLAMENTO (perchè è lì che si esprime il Popolo), di riforme costituzionali, che garantiscano migliore governabilità, sembra ovvio dover andare a nuove elezioni, ridistribuire le carte.
Non trovo corretto, altrimenti, che a decidere riforme così importanti siano meno di 3 italiani su 10.
Buona giornata a tutti.