PECCATO: SE NE VA UN GENTILUOMO
Nelle sue dimissioni, un anno in anticipo sulla scadenza del mandato, Carlo Fuortes ha scritto: "Prendo atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato".
Era in RAI, dove era stato chiamato da Draghi, da luglio del 2021.
Sulla scia del metodo Draghi, era stato capace di cambiare l’aria che si respirava in RAI.
Come, peraltro, aveva fatto alla direzione dell’Auditorium di Roma
e del Teatro dell’Opera, dove aveva annullato persistenti privilegi e bonificato tutte le pessime abitudini ivi esistenti, con risultati da tutti trasversalmente riconosciuti.
Idem (a titolo esemplificativo, ma non esaustivo) in
RAI, con quella direttiva che i media denominarono machete, aveva raccomandato,
anzi, obbligato, ad “evitare di prestare il fianco ad ogni possibile utilizzo
politico delle professionalità della Rai”.
Aveva fatto divieto a tutti i dipendenti Rai di apparire sulle reti Mediaset, Sky, La7 e tutte le altre ‘emittenti concorrenti’ in un momento politicamente caldo come quello delle elezioni amministrative. Niente più comparsate come quelle alle quali alcuni di loro erano ormai abituati, non solo per arrotondare i loro già pingui compensi.
Insomma, uno
con la schiena dritta, un gentiluomo.
Ma non è più
tempo di gentiluomini, quello attuale. Buon tutto, Dottor Fuortes!
Fa venir voglia di dimettersi da cittadini italiani.
Buon
tutto a tutti!