PENSIERI


PENSIERI, DIVAGAZIONI, FANTASIE, RIFLESSIONI, COSE DI POCO CONTO.


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Il figlio del mio amico Franco è un ventiduenne, mi considera uno zio, anche se non lo sono. Ma quando era piccolo mi chiamava zio, e poi ha continuato.

Oggi, parlando di politica, mi ha detto:

- Tu non puoi capire. Metà della tua vita l'hai vissuta nel secolo scorso!

- Due errori in meno di dieci parole, Francè! Io sono nato nel 1950, e quindi fino al 1999 sono 50 anni. Ma è impossibile, o comunque altamente improbabile, che io viva 100 anni. Quindi 50 anni saranno stati ben più di metà della vita.

E poi, quei 50 anni non appartengono solo al secolo scorso, ma anche allo scorso millennio. Cosa di cui -credo- si debba tener conto! 

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Mi capita, a volte, di essere preso da un senso intollerabile di tedio per la vita politica del mio Paese, e allora l'abulia mi pervade, la pigrizia -non il nobile otium latino, contrapposto al negotium-  si impadronisce delle mie azioni, perdo completamente quella voracità per gli accadimenti, per le nuove idee, che ha sempre determinato la mia vita.

Saranno i tempi. Sarà la vecchiaia.

Fortunatamente dura poco. Poi mi riprendo.

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Papà venne a sapere, in via riservata, dal suo amico maresciallo dei CC, Comandante della Stazione della mia Città, che facevo parte di Lotta Continua, e che aveva ricevuto copia del mio fascicolo dalla Squadra Politica della Questura, nel quale ero qualificato sovversivo.

Mi raccontò, qualche anno dopo, l'episodio:

- Non sapevo cosa rispondere al Maresciallo, come commentare. Dopo un lungo silenzio, gli dissi esattamente quello che mi passava per la testa: "Suo nonno, mio padre, di cui mio figlio porta nome e cognome, era Anarchico Comunista, ed ha lottato tanto contro il potere costituito. Io sono democratico cristiano, schierato col governo, conformista, allineato e coperto. E mio figlio, mi stai dicendo, è un extraparlamentare di sinistra. È proprio vero che il coraggio salta sempre una generazione. Certamente la cosa un po' mi preoccupa, ma sono certo delle sue convinzioni pacifiste e contrarie alla violenza di qualsiasi tipo, e allora dico, al Coraggio: bentornato in famiglia!"

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Mi ha telefonato,  ieri, l'assistente di una giornalista che cura una rubrica sullo spazio letterario di un periodico, chiedendo, per conto della sua capa, un'intervista. Ho risposto:

"Uno scrittore che si fa intervistare è uno che ha poca stima delle sue capacità di scrivere, perché le risposte a tutte le domande che gli possono fare sono già contenute in tutto quello che ha scritto. Oppure l'intervista, specialmente se televisiva (a patto che l'autore sia  uno che buca lo schermo), è finalizzata a vendere di più, e allora è cosa buona e giusta. 

Ma no, grazie. E non la autorizzo a pubblicare questa mia risposta. Non voglio apparire superbo; il mio è solo senso del pudore. Le auguro buona giornata."

La paracula cacciatrice di interviste ha risposto:

"Lei è un uomo dotato di gran classe e di una gentilezza naturale, che pochi uomini hanno. Grazie comunque. A presto e buona giornata anche a lei."

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