DELL’EMULAZIONE PATOLOGICA
La nascita della psicologia, come scienza, si fa risalire alla fondazione del primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia, nel 1879, da parte di Wilhelm Wundt, che si pose l'obiettivo di studiare la mente umana attraverso metodi scientifici, separando la psicologia dalla filosofia.
Più o meno in quegli anni Karl Marx dette contributi significativi alla psicologia, attraverso la nota analisi del lavoro come strumento di alienazione in una società capitalista.
Meno noti, e addirittura, negli anni ‘30 del secolo scorso, tacciati di falsità [scomodi per Stalin] sono alcuni suoi appunti sui rischi dell'emulazione patologica.
L'emulazione, in generale, è la ricerca di imitare, eguagliare o superare altri in qualcosa, spesso in comportamenti o qualità meritevoli.
L'emulazione patologica, invece, indica un'eccessiva e ossessiva propensione a imitare, spesso in modo disfunzionale.
Le cause dell'emulazione patologica possono essere molteplici, tra cui l'insicurezza, la mancanza di autostima, il bisogno di appartenenza, o il tentativo di compensare un vuoto interiore.
Questa forma di emulazione può manifestarsi in vari modi, come l'imitazione incondizionata di modelli, la ricerca di approvazione attraverso l'imitazione, o l'identificazione eccessiva con una persona o un gruppo, al punto da perdere la propria identità ed autonomia.
L'emulazione patologica può avere un impatto negativo sulla salute mentale, generando ansia, depressione, disturbi dell'immagine corporea e altri problemi psicologici.
Concludo, con un pensiero che farà arrabbiare capi ed adepti dei partiti populisti, dal fascismo a quelli odierni (non pochi):
Liberate le vostre menti! Non omologatevi ai pensieri degli altri! Certo, rispettateli, e fate che diventino i vostri dubbi, in modo che le vostre convinzioni diventino i dubbi degli altri, ma . . . con l’obiettivo di fondere il pensiero di tutti, traendone tutti beneficio.
Date spazio ai sogni! Ai vostri e a quelli degli altri.
E buon fine settimana.
