I PEGGIORI GIORNI

 


Un film ad episodi, come nella migliore tradizione degli anni '60, quando i Risi e gli Scola facevano satira delle contraddizioni e delle situazioni tipiche della società di allora, e veniva fuori roba come I Mostri, una delle100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978.

Leonardo Leo e Massimiliano Bruno sono autori del soggetto e delle sceneggiature, insieme a Marco Bonini, Beatrice Campagna, Andrea Bassi, Gianni Corsi, Salvatore Fazio, ed Herbert Simone Paragnani.

Federica e Fulvio Lucisano i produttori.

Leonardo Leo e Massimiliano Bruno, attori protagonisti e registi.

È il sequel (spin off sarebbe riduttivo ed immeritato) de I migliori giorni, uscito all'inizio di quest'anno.

Come nella prima parte del dittico, anche in questo film vengono affrontati con tono dissacrante i rapporti umani, le miserie morali e sociali, le cattiverie, gli egoismi e gli opportunismi dei nostri tempi. Il tutto ambientato, incorniciato, nelle festività e ricorrenze tradizionali.

Ottimo il rapporto tra realtà storica e finzione cinematografica. Mali, cattiveria, miserie, morale, sono quelli dei nostri tempi: come reperire un rene; uno stupro di gruppo; il fallimento di un azienda vissuto dall'imprenditore e dall'operaio; una caduta in depressione e una meravigliosa uscita dalla stessa.

Buona la fotografia.

Ottima la recitazione, di un cast decisamente super: Leonardo Leo, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Ricky Memphis, Claudia Pandolfi, Anna Ferzetti, Neri Marcoré, Beatrice Campagna, Salvatore Fazio, Herbert Maria Paragnani, Rocco Papaleo, Sara Baccarini, Giovanni Storti.

Ottima la regia. Leo e Bruno sono ormai diventati, ognuno con le sue peculiarità, riferimenti importanti del cinema italiano. Sono tra i pochi che mi ricordano un cinema incontro di popolo ed intellettuali, di arte alta e bassa, come si suol dire. Perché, lo sappiamo, esiste l'arte prodotta dal popolo e l'arte dei grandi intellettuali e dei grandi artisti, e le due hanno avuto sempre uno scambio tra loro. L’incontro tra queste due tensioni, tra il corpo e lo spirito, ha prodotto le grandi cose. Perché le grandi riflessioni si fanno sulla Storia, e non sull’invenzione letteraria, o sulla finzione cinematografica.

Vedi Fellini, Monicelli, Pasolini, gente che ha avuto un rapporto fortissimo con il basso profondissimo. 

Ma non esageriamo, sennò i due ragazzi si mettono in testa chissà cosa, e smettono di fare cose belle, di cui il cinema, invece, ha un gran bisogno.


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