UN'ALTRA RIVOLUZIONE FRANCESE? SPERIAMO DI NO.
Il nuovo che avanza, indipendentemente da dove (destra o sinistra) arrivi. Il fascino degli esordienti; quelli che sanno evidenziare i problemi, ma che non si sono mai trovati a doverli risolvere; che hanno anche buone idee, spesso irrealizzabili. L'alternativa. La strada nuova. La gioventù che, a tutti i costi, ha sempre ragione. Infine, il proviamoci, tanto, peggio di così . . .
Sta accadendo anche in Francia, come è accaduto in Italia col Movimento 5 Stelle. La sfiducia nei Partiti, nella politica in generale. Bardella è un po' come fu Di Maio.
Questo vivere a mille all'ora, comunicare senza prima pensare, aprire bocca e dare fiato, pur di essere i primi a dire quella cosa, ci fa dimenticare quello che accadeva solo pochi anni prima.
Siamo scesi dalla giostra con i cavalli, ma siamo saliti sull'otto volante, che fa venire i brividi.
Ci si indigna per le strade asfaltate piene di buche, dimenticando che quelle strade, solo pochi decenni fa, erano fatte di pavè e sanpietrini, o bianche e polverose; e di macchine: in tutta Italia, quando io ero bambino, ce n'erano cinquecentomila, oggi trentanove milioni. Tutto è un diritto, e non ci sono più doveri.
La Francia, faro di novità, in politica, dimentica la Bastiglia; la nascita dell'ENA, voluta da de Gaulle nel '45; il maggio del '68. Ed applaude la destra-destra di Marine Le Pen.
A noi italiani il proviamoci è costato caro, col M5S. I cugini d'oltralpe forse stanno facendo lo stesso errore.
Speriamo di no.
