IL DDL SICUREZZA VA FERMATO
Il ddl cosiddetto sicurezza, passato alla Camera dei Deputati, ed in prossimo esame al Senato, non mi rassicura. Al contrario, mi preoccupa fortemente.
- prevede che i partecipanti ad una manifestazione pacifica, che si espliciti con un -anche breve- blocco stradale o ferroviario, siano puniti dal codice penale, e non più per un illecito amministrativo, e con pene da sei mesi a due anni di reclusione.
- prevede l’introduzione del reato di cui all’art. 415-bis c.p. (rubricato “rivolta all’interno di un istituto penitenziario”), secondo il quale chiunque, all’interno di un istituto penitenziario, mediante atti di violenza o minaccia, di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti ovvero mediante tentativi di evasione, commessi in tre o più persone riunite, promuove, organizza o dirige una rivolta è punito con la reclusione da due a otto anni.
Per il solo fatto di partecipare alla rivolta, la pena è della reclusione da uno a cinque anni.
- Sempre in tema di resistenza passiva, c'è poi l’introduzione di una nuova disposizione ai sensi della quale chiunque, durante il trattenimento in uno dei centri di accoglienza immigrati, mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti, posti in essere da tre o più persone riunite, promuove, organizza o dirige una rivolta è punito con la reclusione da uno a sei anni. Per il solo fatto di partecipare alla rivolta, la pena è della reclusione da uno a quattro anni.
La repressione della resistenza passiva rischia di divenire un precedente che permetterà, in futuro, di punire ogni forma di disobbedienza a qualunque ordine ed in qualunque ambito (come il Daspo, nato negli stadi per reprimere gli ultras, poi esteso agli ambiti urbani, è oggi uno strumento di repressione amministrativa buono per tutte le forme di disagio e di dissenso).
- C'è poi l'articolo che rende facoltativo, invece che obbligatorio, il rinvio della pena per donne incinte o con figli sotto l’anno, facilitando così la loro incarcerazione. Una norma che, ovviamente, compromette la tutela dei minori.
Incredibile, in ultimo, l'articolo che inserisce aggravanti nel caso in cui eventuali scritte sui muri protestino contro opere pubbliche strategiche, come il Ponte sullo Stretto o la Tav.
[odo rumor d'ossa rotolarsi nelle tombe! saranno Pasquino, Marforio, Madama Lucrezia?]
Insomma, la criminalizzazione del dissenso.
Ad aumentare non sarà la sicurezza, ma la repressione.
Questa criminalizzazione del diritto a manifestare è la fine di un percorso iniziato con i decreti Caivano e Rave, l'apoteosi del panpenalismo.
La disobbedienza civile diventa reato, e i reati dei deboli, di quelli con poca o nessuna voce, dei poveri, diventano tutti gravi.
Già. Perché il ddl sicurezza, guarda caso, parla dei reati dei poveri, e non dei reati dei ricchi: Ia malversazione, l'evasione fiscale, la corruzione, la concussione, la bancarotta fraudolenta, l'aggiotaggio, l'inquinamento ambientale, la truffa ai danni dello Stato, la frode in commercio, la slealtà pubblicitaria, etc.
Insomma, i crimini dei colletti bianchi non vengono nemmeno sfiorati, dal ddl sicurezza.
E a questi segnali si deve fare molta attenzione.
Auguro a tutti un fine settimana di profonda riflessione.
