QUESTO TANTO STROMBAZZATO SUMMIT TRA GOVERNO E MAGISTRATURA, COSA VUOL DIRE?

 


I tre poteri su cui si fonda la nostra Repubblica democratica sono separati ed indipendenti, ma non hanno lo stesso peso.


Il POTERE LEGISLATIVO (fare le leggi, che descrivono come lo Stato ha deciso di funzionare) spetta al Popolo, che lo esercita attraverso i propri rappresentanti in Parlamento.

Il POTERE ESECUTIVO (eseguire l’attività amministrativa diretta a realizzare quanto previsto dalle leggi) spetta al Governo.

Il POTERE GIUDIZIARIO (decidere sulle controversie applicando le leggi) spetta alla Magistratura.

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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ed altre utili informazioni e riflessioni.


Il Presidente della Repubblica nomina il Governo (l’esecutivo). 

Dopo le elezioni politiche, incarica un cittadino di formare il Governo; interviene con la sua autorità morale nell'attività di formazione dello stesso. 

Entro dieci giorni dalla sua formazione, il Governo si presenta alle Camere per il voto di fiducia, che viene concesso (o negato) tramite mozione motivata e per appello nominale.


Tale rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo deve rimanere intatto per tutto il periodo in cui il Governo resta in carica. In qualunque momento, infatti, ciascuna Camera può revocare la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale; la mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera nella quale è presentata e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla presentazione. Nel caso in cui il Governo venga sfiduciato, il Presidente della Repubblica apre le consultazioni tra le forze politiche, fino a decidere su un nuovo incarico, allo stesso o ad altro cittadino.


E’ utile, ai fini di questa disamina, ricordare che l’art. 77 della Costituzione recita: “Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria”.

La funzione legislativa, infatti, è esercitata collettivamente dalla due Camere (art. 70 della Costituzione). Ciò significa che per diventare legge un progetto deve essere approvato, nell’identico testo, da Camera e Senato. E’ ovvio, quindi, che la discussione e l’approvazione in Parlamento è la parte essenziale dell’iter legislativo. 

Insomma, il Parlamento si chiama così perchè è il luogo dove si parla! Dove, parlando, si raggiungono gli accordi, si media tra le varie opinioni, e diventa possibile ciò che sembrava impossibile; dove la parola compromesso acquisisce una accezione positiva, dove, insomma, si realizza la Democrazia.


Invece, sempre più spesso i Governi utilizzano illecitamente i Decreti Legge, che sono atti aventi forza di legge, ed immediatamente efficaci, che potrebbero però essere emanati solo per risolvere situazioni straordinarie e urgenti. 

La loro emanazione spetta al Presidente della Repubblica, che, a mio parere (e con sommo dispiacere, vista l’ammirazione che ho sempre avuto ed ho per Lui), dovrebbe utilizzare con maggior rigore la sua prerogativa di bloccare tali abusi del Governo.

L'Italia non deve essere governata da un’oligarchia!


Il potere giudiziario. Oggi.

La Magistratura, a causa di leggi costruite male e scritte peggio, a volte addirittura in contraddizione una con l’altra, sempre più spesso interpreta, invece di applicare, le leggi. Così, invece di decidere sulle controversie applicando le Leggi dello Stato (il volere del Popolo), alcuni (non pochi) magistrati decidono secondo gusti personali.

E per fortuna, o purtroppo, a seconda delle situazioni, le sentenze sono sacrosante, e si applicano.

Corollario conseguente: il virus dell’onnipotenza e la bramosia di potere ha infettato molti componenti della categoria.


Anche in questo caso l’autorità morale del Presidente della Repubblica, anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, potrebbe, e ritengo che dovrebbe, essere attivata.


Una prima conclusione (ref. titolo):

Che ci azzecca quest’incontro tra Governo e Magistratura?

È una stecca inconcepibile!


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L’astensionismo. All’ultima tornata elettorale (Europee 2024) hanno votato meno del 50% degli italiani aventi diritto.


Sfiducia nella politica in generale, nei politici (classe politica), nelle Istituzioni, nella Democrazia?


Una analisi da uomo della strada mi fa pensare che Mario e Maria Rossi, cittadini di Roccasecca dei Volsci, o di Milano, o di Palermo, o di Castrocaro Terme e Terra del sole, hanno votato Giovanni Bianchi perché hanno maturato fiducia in lui, nelle sue idee e nei suoi programmi, avendolo conosciuto, o avendo letto quello che scrive, o per averlo visto e sentito in TV e alla radio, ma poi . . . 

. . . si sono resi conto che Giovanni Bianchi non riesce ad incidere sull’amministrazione dello Stato, perché le leggi le fa il Governo, nonostante la Costituzione preveda diversamente.

Vede, in TV, i banchi del Senato e della Camera dei Deputati vuoti.


E allora, alle successive elezioni politiche, non va più a votare. 


La procedura -per un Comune cittadino- per assistere alle sedute di Camera e Senato è farraginosa e decisamente scoraggiante.

I rispettivi Presidenti delle due Istituzioni dovrebbero accettare almeno due o tre classi di ragazzi delle medie superiori ogni giorno di lavori. 

25 ragazzi x 3 classi x 250 giorni = 18.750 giovani italiani, ogni anno, potrebbero giudicare i loro rappresentanti.

E magari innamorarsi della Democrazia, e diventare buoni cittadini, e validi elettori; e, da loro, potrebbero venir fuori buoni politici, che potrebbero fare buone leggi.


Se e quando ciò dovesse accadere, io non ci sarò più, ma ho figli e nipoti, e spero per loro che accadrà.


Buon fine settimana a tutti.



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