LETTERA DI UN CITTADINO IRANIANO

 

Gentilissimo,

negli ultimi giorni il conflitto tra la Repubblica Islamica dell’Iran e Israele è esploso in una nuova, pericolosa escalation. 

Israele, da sempre sotto la costante minaccia del regime di Khamenei, ha pieno diritto di difendersi con ogni mezzo necessario. 


Questo diritto è ulteriormente legittimato dall’assurda negazione da parte dell’Iran dell’esistenza stessa di Israele, sancita anche dal divieto, riportato sull’ultima pagina del mio passaporto iraniano, di recarsi nella cosiddetta «Palestina occupata». Una negazione che rappresenta una minaccia continua e inaccettabile, giustificando senza esitazioni ogni azione difensiva israeliana.


La leadership iraniana, guidata da Seyed Ali Khamenei e considerata una delle più violente della storia moderna, ha perso il sostegno di una popolazione stanca di vivere sotto un regime oppressivo.


Nonostante la devastazione e la morte che possono derivare dagli attacchi israeliani, molti iraniani vedono in queste azioni una possibilità di cambiamento. Per alcuni, l’intervento di Israele rappresenta una speranza per porre fine all’Islam radicale sciita che ha tenuto in ostaggio l’Iran per oltre quattro decenni.


Questa alleanza tra due popoli storicamente vicini – con Ciro il Grande, re persiano, che nel 537 a.C. permise agli ebrei di tornare in Giudea e ricostruire il Tempio, ponendo fine alla loro prigionia babilonese – potrebbe finalmente liberare una terra ricca di risorse e cultura, oggi trasformata in una terra bruciata, povera e isolata a causa del regime attuale. 


Il conflitto tra la Repubblica Islamica e Israele è quindi complesso, radicato in questioni storiche, politiche e sociali profonde. 


Mentre Israele cerca di difendersi dalle minacce esistenziali, il popolo iraniano lotta coraggiosamente per la propria libertà e dignità.


Grazie



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