QUANDO IL PROGRESSO PORTA BARBARIE
Il Progresso, inteso come avanzamento della Scienza e delle Tecnologie, persegue l’aumento di capacità e di potenzialità di migliorare la vita del genere umano.
La Civiltà comprende non solo i miglioramenti conseguiti dal Progresso, ma include anche gli aspetti culturali spontanei ed organizzati della collettività; è lo Stato di equilibrio politico ed economico fondato sul Progresso e sulle Istituzioni; comprende il Pensiero, quindi la valutazione dello stato di benessere.
Il Progresso a volte avanza, altre regredisce.
La Civiltà avanza o sta ferma, ma non regredisce. Mai.
Se Progresso e Civiltà si misurassero con una stessa scala di misura, l’estremo superiore (il valore massimo) sarebbe sempre della Civiltà, più lenta ad avanzare del Progresso, che però sconta anche gli errori, che lo riportano indietro, e da cui deve ripartire, per avanzare.
Perché tutta questa filippica?
Perché oggi, per l’ennesima volta, ho visto, in TV, una prateria di plastica di una discarica in un Paese cosiddetto civile.
E l’unico dei due neuroni ancora funzionanti, per qualche strano e sconosciuto motivo, ha cominciato a canticchiare il motivetto che Gino Bramieri cantava a Carosello (Mo mo mo mo mo mo, Mo plen!), pubblicizzando il polimero per il quale a Giulio Natta fu conferito il Premio Nobel.
Il polipropilene isotattico, che portò avanti l’estremo superiore del Progresso negli anni ‘60, ‘70, ‘80 e ‘90 dell’ultimo secolo dello scorso millennio, oggi ha riportato quel valore indietro di centinaia di anni. Tanti ce ne vorranno per smaltire la plastica accumulata in pochi decenni.
Credo che il grande Bramieri, e l’altrettanto grande Natta, e i giudici che nel ‘62 assegnarono quel Nobel, si stiano rigirando nelle loro tombe, imbarazzati!
