IMPEACHMENT
Continuo a chiedermi come fa Trump ad essere ancora Presidente degli Stati Uniti d'America.
Non mi chiedo come abbia fatto a diventarlo, peraltro per la seconda volta; è ormai accertato come sia possibile gestire campagne elettorali, in tutto il mondo, nelle quali il dominio dell'apparenza sulla realtà e del sembrare sull’essere riescono a portare al potere anche il peggio del peggio.
Ma “È possibile ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma è impossibile ingannare tutti per sempre” diceva Abraham Lincoln.
Il momento del voto è, appunto, un momento: quei pochi secondi necessari a mettere una croce su una scheda.
Tant’è che la Democrazia dovrà assolutamente inventarsi un sistema elettorale nuovo, diverso; o morirà.
Acclarato, quindi, che è possibile, con il denaro, ingannare gli elettori per quell’attimo necessario a carpire il loro voto, e andare al potere, è però altrettanto vero che non esiste denaro al mondo in quantità tali da perpetuare la condizione di assoggettamento dei cittadini per mesi e mesi, o anni.
L’idea politica che ha tenuto insieme i cittadini statunitensi dal 1776 ad oggi è che il governo di una sola persona è un errore.
Ed è nota l’antipatia della maggior parte degli americani per il governo federale, considerato lento e incompetente.
Queste due cose dovrebbero rendere impossibile, ad un Trump, governare gli Stati Uniti.
Eppure lo sta facendo: invia truppe, impone dazi, afferma il controllo sulla banca centrale, acquisisce partecipazioni in aziende, spaventa i cittadini fino a sottometterli.
E allora? Non ce n’è abbastanza per un sano impeachment, per mettere Trump in stato d'accusa, allo scopo di provocarne la destituzione, dichiarandolo colpevole di azioni illecite nell'esercizio delle sue funzioni?
Forse il problema è solo quello di individuare il nome di colui che potrebbe sostituirlo.
