USA. PIOVE SUL BAGNATO.
Tyler James Robinson
sospettato dell'assassino di Charlie Kirk
L’assassinio di Charlie Kirk, l'attivista di estrema destra ucciso nello Utah mentre stava dibattendo garbatamente con gli studenti durante un evento pubblico, ha scatenato un’altra crisi negli Stati Uniti.
L’evento è al centro del dibattito pubblico, e non sembra -a mio modesto avviso- che Trump lo stia gestendo bene.
È prevista una cerimonia commemorativa, in un grande stadio in Arizona, domenica prossima, 21 settembre.
Nel frattempo è stato incriminato un giovane di 22 anni, tale Tyler James Robinson, che avrebbe confessato di essere l’autore dell’omicidio di Charlie Kirk a suo padre, che lo avrebbe raccontato a un amico di famiglia, che avrebbe contattato le autorità, permettendo così l’arresto del Robinson.
Le Autorità statunitensi dichiarano solo che Robinson è sospettato. Ci sta: troppo spesso in questi casi si tratta di gente fuori di testa, che cerca prima di tutto la notorietà. Negli States non sarebbe la prima volta.
E poi, è ovviamente importante capire se il Robinson avrebbe agito da solo, o sia membro di qualche organizzazione terroristica sovversiva. Credo che ci vorrà del tempo prima di conoscere la verità.
Nel frattempo, il dibattito continua, in un clima politico cupo, e con il timore che la polarizzazione e l'aspra avversione tra le forze politiche rivali possano portare a guai peggiori.
Omicidi e altre forme di violenza politica potrebbero diventare più frequenti; vedi le sparatorie di massa nelle scuole.
Certo, se gli Stati Uniti d'America avessero un Presidente capace di abbassare la temperatura politica, si potrebbero scoraggiare ulteriori violenze.
Il Presidente Trump, il suo vice J.D. Vance, e molti altri grandi del MAGA saranno al memoriale dell'Arizona.
Parleranno di fiducia nella Giustizia e del valore di un disaccordo ponderato, non violento, o faranno discorsi violenti, come la minaccia di Trump di “scatenare una guerra a Chicago questo mese”?
