VICENDE ROMANE MA NON SOLO. DI SANITÀ TROPPO PRIVATA

 

Roma, zona Piazza Colonna.

"A quale fratello damo ‘na mano oggi?”

“Bboh! Annamo per ordine alfabetico, così a chi je tocca nun se ngrugna” 

E allora, con la A, sono venuti prima quelli di nome Antonio, e, tra loro, col cognome, sempre con la A, Angelucci.

Antonio Angelucci, detto Tonino. 

Re delle cliniche, nel Lazio, ma non solo. 

A capo del polo editoriale della destra.

Deputato della Lega. 

Ordunque, nel disegno di legge Concorrenza, in esame in Commissione Industria del Senato, Fratelli d’Italia ha presentato due emendamenti mooolto favorevoli alla sanità privata, che prevedono lo slittamento alla fine del 2027 della riforma Draghi sull’accreditamento al sistema sanitario nazionale, e che riducono, in pratica, l’ingresso di nuovi operatori; il contrario della causa legis originaria del Decreto Concorrenza.

Insomma, l’ennesimo provvedimento ad usum familiae.

Una storia a cui porre fine. Basta con questa Sanità usata, in Italia, come un bancomat, come una mucca da mungere, non solo con provvedimenti nazionali, ma anche locali, perché in molte, troppe regioni, la delega ai privati, con la scusa di dover raggiungere gli obiettivi PNRR, sta depauperando le strutture pubbliche a favore delle private, che crescono dappertutto come funghi.

In Calabria (dove si vota, in questi giorni), la sanità privata è in mano ai soliti noti, e nelle varie strutture private trovi i parenti e gli amici di Occhiuto, l’ex Presidente, o direttamente Mangialavori, il deputato di Forza Italia. Sì, lo so che è lecito fare politica ed insieme continuare a fare il proprio mestiere, ma i conflitti di interessi vanno evitati, e chi fa cronaca, come il sottoscritto, deve evidenziarli. E chi, in questi giorni, deve votare, deve ricordarseli.


E con l'occasione, buon voto a tutti i calabresi!






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