LA VICENDA DEGLI EPISODI DI CORRUZIONE IN UCRAINA
Matteo Salvini, Irina Osipova, Gianluca Savoini, Claudio D’amico.
La vicenda degli episodi di corruzione in Ucraina è grave e seria.
Sulla questione l’Europa si interroga, gli Stati Uniti vigilano, e il governo di Kiev indaga, arresta, espone, pulisce la propria casa.
A differenza di molti governi italiani, abituati, in questi casi, a nascondere la polvere sotto i tappeti del potere.
E mentre Zelensky licenzia funzionari corrotti, mentre i tribunali ucraini lavorano e mentre la guerra continua a divorare bambini, uomini e donne, scuole, ospedali, case, chiese, strade, in Ucraina, . . .
. . . la Lega per Salvini Premier (LSP) [il partito a cui sono iscritti quelli che prima erano iscritti alla Lega Nord per l'indipendenza della Padania (nota come Lega Nord) che ha truffato 49 milioni di euro allo Stato], partito immischiato in numerosi scandali di mazzette e tangenti (anche russe) e di politica venduta a Putin il tiranno, diventa il partito dell’onestà e della trasparenza, e tuona: “Visto? E noi gli mandiamo le armi!”
E così paga una delle tante cambiali firmate a Putin in cambio di finanziamenti più o meno occulti.
E ribadisce quel legame opaco, sentimentale, geopolitico, ormai noto a tutti.
Questo comportamento evidenzia una delle profonde spaccature del governo Meloni: quella in politica estera.
Nel caso specifico, il governo ha una posizione ufficiale, atlantica, europeista, filo-Ucraina, che Meloni proclama nei vertici internazionali.
E un’altra -quella del suo vice premier Salvini- sotterranea, ma non poi così tanto, che sgorga, carsicamente, ogni volta che è possibile indebolire Kiev e ammiccare a Putin.
E la Meloni, convinta che tutti (gli italiani, gli altri paesi dell’Unione Europea, Trump, Putin, Orban, etc etc) siano cretini, proclama che tutto va bene, che il suo governo è il migliore di sempre, e che tutti la ammirano perché è bella e balla bene.
Invece accocchia una figuraccia dietro l'altra!
E di fronte al mondo intero anche tutti noi italiani, ovviamente, facciamo figuracce!
