UNO SGUARDO SULL'ASIA.
Un continente in subbuglio, diviso, e pieno di contraddizioni.
Repubblica Popolare Cinese e Repubblica dell’India.
Pur non essendo alleati di Putin, e quindi non oggetto di sanzioni dirette come la Federazione Russa, le sanzioni occidentali contro Mosca stanno indirettamente influenzando le loro economie, spingendole a ricalibrare gli scambi (soprattutto petroliferi) per evitare ripercussioni finanziarie occidentali, come l'esclusione dal sistema bancario basato sul dollaro.
Infatti, sono stati imposti divieti specifici per entità cinesi e indiane che supportano il complesso militare ed industriale russo.
L'Unione Europea ha sanzionato entità cinesi per la fornitura di componenti per droni e microelettronica per l'esercito russo, e ci sono richieste di dazi più alti a causa dei loro acquisti di petrolio russo.
Le sanzioni USA e UE hanno spinto grandi aziende cinesi e indiane (come PetroChina, Sinopec, Indian Oil) a sospendere o ridurre gli acquisti di petrolio russo via mare [così definiti nei provvedimenti sanzionatori] per timore di ripercussioni finanziarie e per conformarsi alle linee guida delle sanzioni, pur continuando a cercare alternative.
Rumors (ripeto, rumors) riferiscono che Cina ed India stanno strozzando la Federazione Russa, pagando l’energia il 30-35% in meno delle quotazioni internazionali.
L'UE ha inserito aziende cinesi e indiane (ed anche alcune tailandesi) nella lista delle entità soggette a sanzioni per aver fornito alla Russia tecnologia e componenti per uso civile che possono essere utilizzati anche per uso militare.
C'è poi una crescente pressione, da parte di Trump, affinché vengano imposte tariffe più alte su Cina e India a causa dei loro acquisti di energia russa, visto che questi proventi mantengono in vita la guerra.
In parole povere, Cina e India non sono sanzionate in toto, ma sono colpite da misure mirate e dalle conseguenze delle restrizioni imposte a Mosca, specialmente nel settore energetico e tecnologico.
Ma le pazzie, in Asia, non finiscono qui.
Trasferiamoci, infatti, nella Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord), il Regno di Kim Jong-un.
Il paese soffre di insicurezza alimentare cronica, carenze di fertilizzanti, povertà diffusa e una malnutrizione infantile molto elevata, nonostante alcuni miglioramenti nella situazione generale, dopo la terribile carestia degli anni tra il ‘94 ed il ‘98 (causata dal collasso del supporto sovietico, da alluvioni e siccità, e da un sistema economico inefficiente, che portò alla morte centinaia di migliaia di persone per malnutrizione).
Il paese affronta un'insicurezza alimentare cronica, dovuta a carenza di terreni fertili, attrezzature e fertilizzanti, aggravata da clima e sanzioni, con circa la metà della popolazione in condizione di sottonutrizione, e migliaia di suicidi.
Sì, di suicidi. Per povertà e fame; tecnicamente definita fame di massa.
E cosa ha studiato il tiranno?
Ha emanato una legge che vieta il suicidio in Corea del Nord, definendolo un “atto di tradimento contro il socialismo”.
Corollari conseguenti:
- I funzionari locali vengono ritenuti responsabili della prevenzione dei suicidi nelle rispettive aree.
- È stata introdotta la pena di morte per chi tenta il suicidio e sopravvive.
Non so se scandalizzarmi, ridere, o piangere.
Buona Immacolata, buon lungo fine settimana a tutti.
Proviamo a dimenticare, almeno in questi giorni, le pazzie del mondo.
