NETIQUETTE. L'ETICHETTA NEI SOCIAL
Quando incontro, nei commenti, certe intemperanze, certe violenze verbali, vado a consultare le informazioni sul profilo e a leggere i post pubblicati dal/lla rabbioso/a di turno, per cercare di capire qualcosa di più. E a volte qualche risposta riesco a darmela. Ma il problema resta.
I social sono salotti nei quali ci incontriamo per scambiare pensieri, opinioni; per il gusto di confrontare le nostre idee con quelle degli altri, molti dei quali definiamo amici.
I social si basano sulla più assoluta libertà di pensiero di ciascuno; pensiero che va rispettato, sempre, anche e specialmente quando non in sintonia con il nostro.
Dovremmo sempre presupporre il meglio negli altri, e la loro buona fede, ogni volta che sia possibile.
I condimenti di una sana discussione sono il confronto e la consapevolezza che da ognuno c’è da imparare, e non che gli altri devono imparare da noi, come se fossimo gli unici a possedere la Verità.
Buona educazione e garbo sono il sale di ogni confronto sereno.
L’offesa e l’insulto non appartengono alle civili discussioni. Né la pesante ironia sui nomi, o l’uso di nomignoli inappropriati o dispregiativi. Tali pratiche, infatti, aizzano la lite, inducono violenza verbale, fomentano l’offesa di ritorno, istigano, provocano, scatenano, sobillano risse.
Gli altri non possono vederci, e sapere, dai tratti del nostro volto, di che umore siamo.
L'ironia non è sempre ovvia e un testo crudo e insensibile può facilmente risultare sgarbato.
Facciamo attenzione alle parole che scegliamo; ciò che intendiamo potrebbe non essere ciò che gli altri recepiranno.
Le domande non possono essere ignorate, neanche se ci appaiono sciocche: rispondiamo sempre!
Nessuno è immune da pregiudizi; manteniamo i nostri sotto controllo!
Se e quando, in una conversazione, su un certo punto non abbiamo argomentazioni da opporre, ritiriamoci; non è peccato non avere l'ultima parola!
Dobbiamo essere pronti a scusarci, se del caso. Scuse garbate sgonfiano l’acredine degli altri, che magari abbiamo fatto arrabbiare con i nostri precedenti interventi. Càpita, infatti, che nelle discussioni animate si dicano cose di cui più tardi ci pentiamo. Ammetterlo è una forza, non una debolezza.
Accettiamo educatamente le scuse degli altri, senza girare il coltello nella piaga.
Elogiamo, quando dovuto. Tutti amano sentirsi apprezzati, specialmente in una discussione.
Quando possibile, e nei limiti delle nostre capacità di farlo, riassumiamo le dispute risolte; aiuta a mediare i disaccordi.
Quando la discussione educata fallisce, andiamo a farci un giro. Basta dire che è arrivata una telefonata, o una visita, o che è ora di cucinare, e che purtroppo dobbiamo salutare. Al nostro ritorno, se la discussione è ancora in piedi, e se il fumo della discordia si è diradato, potremo rientrare. Se è come prima o peggio di prima, continuiamo a starne fuori.
Ricordiamo, sempre, cosa non sono i social.
Concludo con tre raccomandazioni: civiltà, buona educazione, amabilità.
Buona giornata a tutti.
