DRAGHI. HIC ET NUNC! DOBBIAMO AGIRE SUBITO!

 


Un anno fa Ursula von der Leyen chiese a Mario Draghi di redigere un rapporto sulla situazione dell'industria in UE, e su quali lui pensasse potessero essere le strategie da adottare per il futuro.

Questa mattina l'ex Presidente del Consiglio italiano, già Governatore della Banca Centrale Europea, ha presentato, a Bruxelles il suo Rapporto sulla competitività. 

È un allarme, decisamente schietto, senza giri di parole né eufemismi, sull’andamento delle strategie comunitarie, che, se non modificate, rischiano di minare la stessa esistenza dell’Unione. 

“E’ una sfida esistenziale”

"È necessario un cambiamento radicale”. 

Un cambiamento che non deve mettere in discussione i valori fondamentali su cui si basa la comunità europea (prosperità, equità, libertà e democrazia), ma deve innescare un circolo virtuoso attraverso il quale l’Europa possa aumentare la sua produttività senza rinnegare la sua essenza. 

Una sfida che il continente non può perdere, a rischio di gravissime conseguenze.

"Se l’Europa non riesce a diventare più produttiva, saremo costretti a scegliere"

“Non potremo diventare contemporaneamente leader nelle nuove tecnologie, faro della responsabilità climatica e attore indipendente sulla scena mondiale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni”.

Bisogna intervenire tempestivamente, e modificare l'attuale indirizzo industriale su tre macro aree: innovazione, decarbonizzazione e sicurezza. 

Questi tre settori devono diventare centrali e coerenti a livello sovranazionale. 

E certamente, ha chiarito senza mezzi termini Draghi, l’atteggiamento di quei Paesi dell’Unione che sono diventati dipendenti da Paesi terzi non solo a livello industriale ed energetico, ma anche come difesa, deve cambiare.

È indispensabile aumentare il Pil di almeno 5 punti, per raggiungere i livelli degli anni ’60 e ’70. 

Ha ricordato il Piano Marshal, che tra il '48 e il '51 del secolo scorso salvò l'Europa dal disastro economico:

"Le esigenze di finanziamento richieste all’Ue per raggiungere gli obiettivi sono enormi, ma gli investimenti produttivi sono deboli nonostante gli ampi risparmi privati. Per raggiungere gli obiettivi di questo rapporto è indispensabile un investimento aggiuntivo di minimo 750-800 miliardi di euro”

Un importo che corrisponde al 4,5% del pil dell’Ue nel 2023.

Un importo che deve essere reperito attraverso finanziamenti sia pubblici che privati. [NdR: non è stato chiaro se per finanziamenti privati intenda investimenti, magari co-finanziamenti, o sollecitazione, a privati, alla sottoscrizione di titoli di debito UE. Si rivolge alla Confindustria, o alla finanza?].

Punti di forza dai quali partire sono i sistemi educativi e sanitari, su cui è possibile costruire. Ma 

"non riusciamo a convertire questi punti di forza in industrie produttive e competitive a livello mondiale”. 

È necessario recuperare il gap tra noi  e Cina e Stati Uniti d'America nelle tecnologie avanzate

“L’Europa è bloccata” 

“Il momento di agire è ora”

Altrimenti sarà compromesso il nostro futuro.


Non posso non concludere con un Grazie, Presidente!

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