Fanfani e l'elogio dei brevilinei

 


Si parva licet componere magnis

Fanfani e l'elogio dei brevilinei


Nell'ultimo secolo del passato millennio Amintore Fanfani scrisse Elogio dei brevilinei, nel quale sostenne che in periodi di rallentamento economico vanno al potere uomini politici alti, longilinei, mentre in periodi di benessere economico salgono al potere individui bassi, brevilinei. Ovviamente si riferiva a sé stesso (1,63), Napoleone (1,55), Francisco Franco (1,63), Hirohito (1,65), Stalin e Lenin (1,65), Vittorio Emanuele III (1,53), Attila, re degli Unni (1,49), Benito Juarez (1,37), Luigi XVII (1,59), Ghandi (1,60). E, indipendentemente da politici e regnanti, citava Mozart (1,52) e Leopardi.

Non conosceva ancora Brunetta (1,54), Berlusconi (1,65) e Giorgia (148 cm).

Non ci vuole Freud per capire che se da bambino sei più basso e piccolo degli altri, ma vuoi giocare anche tu, devi sviluppare una certa qual cattiveria, la cosiddetta tigna.

E se, una volta cresciuto, sei rimasto basso, piccolo, allora, se non sei Ghandi, può anche darsi che sbrocchi, e diventi una carogna.

Fabrizio de Andrè, il poeta degli sconfitti, scriveva:


Passano gli anni, i mesi, e se li conti anche i minuti,

ed è triste trovarsi adulti senza essere cresciuti.

La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo,

fino a dir che un nano è una carogna di sicuro,

perché ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo.



Gli articoli più letti

PRESEPI E BUROCRAZIA

DI COSTELLAZIONI SATELLITARI

MMCS - communicatio dpt