DAZI DOGANALI ANNUNCIATI DA TRUMP

 


Il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America ha dichiarato che l'applicazione dei dazi doganali a certi prodotti provenienti dall'estero consentirà alla sua amministrazione di ridurre, fino quasi ad eliminarle, le tasse pagate dai cittadini USA.

Affermazione che più strana non potrebbe essere. Infatti, i dazi doganali non vengono pagati dai produttori stranieri, ma dagli importatori statunitensi, che li aggiungono al prezzo finale che pagherà il consumatore; dazi che fanno aumentare anche le sales tax (tasse indirette, tipo la nostra iva), anch'esse aggiunte al prezzo finale.

Un esempio: quando un capo di abbigliamento italiano, oggi, arriva a New York, al prezzo di 150 USD, a questo importo (dopo il margine dell'importatore e venditore usa, ipotizziamo un 25%) vengono aggiunte solo le Sales tax (in questo caso l'8,875%). Pertanto:

150+25%=187,50

187,50+8,875%=204,14 sarà il prezzo finale.

Se e quando, invece, dovesse essere introdotto un dazio doganale del 10%, avverrebbe quanto segue:

150+10%=165

165+25%=206,25

206,25+8,875%=224,55 sarà il prezzo finale.

La differenza, tra i due casi, di 20,41 USD, sarebbero maggiori tasse incassate da amministrazione federale ed amministrazioni locali. Tasse pagate dai cittadini statunitensi, e non dai produttori italiani. Non penso, infatti, che il consumatore newyorkese non acquisti più quel capo di abbigliamento italiano e ne acquisti uno prodotto negli Stati Uniti. Sarebbe, ovviamente, un'altra cosa.

Pertanto, quanto previsto da Trump, e cioè creare nuovi posti di lavoro, non avverrebbe. La stessa cosa accadrebbe per le auto italiane, o certi prodotti alimentari, vini, etc.

Insomma, questi dazi doganali spacciati come strumento per diminuire le tasse ai cittadini di New York (o qualunque altra città degli Stati Uniti), in realtà sono solo un sistema per aumentare loro le tasse.

L'industria pesante, l’industria mineraria, la Silicon Valley, l’industria chimica, quella farmaceutica, quella degli armamenti, quella del cinema e della TV, la finanza internazionale ed il commercio, e potrei continuare a lungo, sono saldamente in mani statunitensi.

Non ha senso applicare dazi doganali a certi prodotti, quando non ne esistono, uguali, negli Stati Uniti.

La narrazione di Trump sembra proprio una scusa per spillare soldi ai suoi concittadini. Perlomeno per certi prodotti.



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