DEL GIUBILEO, DI IDEOLOGIE POLITICHE, ED, INEVITABILMENTE, DI ECONOMIA.
Nella tradizione cattolica il Giubileo è l'anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati; della riconciliazione tra i contendenti; della conversione e della penitenza sacramentale; della solidarietà, della speranza e della giustizia; dell'impegno al servizio di Dio nella gioia e nella pace con i fratelli; l'anno di Cristo, portatore di vita e di grazia all'umanità.
Troviamo le origini del Giubileo nell'Antico Testamento. La legge di Mosé aveva fissato per il popolo ebraico un anno particolare:
"Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel Paese per tutti i suoi abitanti. Ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, Né farete la vendemmia delle vigne non potate. Quest'anno vi sarà sacro; potrete mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno, ciascuno tornerà in possesso del suo" (Libro del Levitico).
La tromba con cui si annunciava questo anno particolare era un corno d'ariete (in ebraico 'Yobel', da cui Giubileo).
Ogni famiglia aveva una casa ed un suo appezzamento di terra. Gli scambi commerciali erano liberi, e nel commercio si contraevano debiti, obblighi, e naturalmente crediti; e chi non riusciva a pagare i debiti poteva essere condannato a lavorare come schiavo per il creditore fino a quando i debiti non fossero stati rimessi. Accadeva quindi che alcuni si arricchissero ed altri, inevitabilmente, si impoverissero.
Ma ogni cinquant'anni arrivava il Giubileo, e con esso la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi e il riposo della terra.
Non esistono fonti storiche che testimonino che tutto ciò avvenisse, ma certamente nei Sacri Testi si parla di Giubileo e di tali leggi.
E ancor oggi noi cristiani preghiamo il Padre Nostro di rimetterci i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, ed invochiamo solidarietà, fratellanza, giustizia sociale e pace. Preghiere ed invocazioni che rimangono pii desideri; il mondo è pervaso di indifferenza, discordia, odio, ingiustizie e guerre.
A nulla sono valsi, nel tempo, i tentativi delle ideologie di sinistra [che, lo sapete, condivido], certamente male applicate. Ha vinto il liberismo. Un liberismo sfrenato, che ha creato pochi ricchi, pochissimi ricchissimi, lasciando briciole ai poveri della terra, alcuni dei quali (fortunatamente sempre meno) muoiono ancora di fame, e/o di malattie in altri luoghi debellate.
E -quel che è peggio- le disuguaglianze economiche, il divario tra ricchi e poveri, la disparità di ricchezza, la disparità nella distribuzione del patrimonio economico e del reddito tra gli individui, generano disuguaglianza di opportunità.
E ciò significa che l'attuale economia è una vite senza fine, come la vite di Archimede, come una coclea.
Aumentano le opportunità per ricchi e ricchissimi, e le loro ricchezze, e diminuiscono le opportunità per i poveri, e le loro speranze di migliorare.
Ma se e quando il ricco guadagna bene, non sfrutta appieno tutte le opportunità che ha, non certo quelle che comportano un pur piccolo rischio. Non investe in ricerca e sviluppo, se non è assolutamente certo che i suoi investimenti torneranno senza rischio, presto, e con lauti guadagni.
Questo andamento, però, penalizza, perché rallenta, l'economia generale, quindi il progresso, quindi la civiltà.
Senza contare che uomini che posseggono un patrimonio di 428 miliardi di USD, in un paese (gli States) il cui il Pil, lo stesso anno (2024) chiude con 29.000 miliardi, possono condizionare la politica e il destino di quel paese e forse del mondo.
Né Vanderblit, né Rockeller, arrivarono a possedere, come Musk, un patrimonio il cui valore fosse l'1,5% del Pil nazionale dello stesso anno.
Spetta alla Politica intervenire, con Leggi che ristabiliscano una uguaglianza di opportunità. Leggi sulla concorrenza, su monopoli, oligopoli e cartelli, sui mercati.
Ma se e quando i controllati sono controllori di sé stessi, che fine farà questo nostro mondo?
Dobbiamo, per chiudere il cerchio, sperare in un intervento divino, in occasione di questo ventottesimo Giubileo?
Per il momento, buon fine settimana a tutti.
