343 MILIARDI DI DOLLARI USA OGNI ANNO SONO TANTI!
343 MILIARDI DI DOLLARI DI ECCEDENZA COMMERCIALE TRA USA E CINA (295) ED EUROPA (48), NON SONO SOSTENIBILI.
Credo sia questo il vero grande problema di Trump.
Perché e come è avvenuto.
Nel 1978 la mano d’opera cinese veniva pagata, per 66 ore la settimana, con un pugno di riso. Il PIL pro capite era 160 usd/anno.
Allora i cinesi si offrirono di produrre qualunque cosa, a qualunque costo, purché i pugni di riso divenissero due, meglio se tre. O quattro.
L’Occidente, i cui costi di produzione erano saliti sensibilmente, vuoi per l'aumentato costo della mano d'opera, che per le nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro (divieto di uso di vernici al piombo, di cromo nei trattamenti galvanici, etc.), che per gli orari stessi di lavoro, che per le leggi sul lavoro minorile, videro nella situazione cinese una soluzione .
Gli imprenditori spiegavano cosa volevano e quanto erano disposti a pagare, e i cinesi eseguivano.
A lavorare c'erano bambini? All'imprenditore statunitense (ma anche italico, franco, o germanico), non interessava.
Il contratto nazionale di lavoro in Cina era il famoso 996 (dalle nove del mattino alle nove di sera, con un'ora di pausa; sei giorni la settimana. In una settimana 66 ore lavorative !
Affari loro!
Per i processi galvanici (le cromature) si usava ancora il cromo?
Fa male solo durante il processo di cromatura, ma il prodotto risultante è sano.
E così via.
Le multinazionali, ma anche le grandi imprese dei singoli paesi, vendevano quei prodotti a prezzi cinquanta volte più alti di quello d'acquisto in Cina, e riempivano i forzieri.
In Occidente tante industrie chiusero. L’economia cambiò volto.
L’Occidente inventava, progettava, produceva prototipi, e poi ordinava ai cinesi di sporcarsi le mani e produrre. La maggior parte dei ricavi, così, andava alla grande distribuzione nei paesi occidentali.
Nel frattempo, il PIL pro capite dei cinesi, da 160 usd l’anno del 1978, è aumentato 89,6 volte, ed è oggi 14.340 usd l’anno.
Così, si è arrivati ad uno squilibrio, nella bilancia commerciale tra USA e Repubblica Popolare Cinese, di 295 miliardi di dollari usa ogni anno.
Qualcosa di simile, anche se solo per 48 miliardi di usd l’anno, è avvenuto tra USA ed Europa. In questo caso non si è trattato di minor costo della mano d’opera, ma di prodotti di maggior pregio e di miglior gusto: moda (Italia, Francia, ma non solo); automobili (le più belle); meccanica di precisione; turismo (l’Italia possiede il 50% del patrimonio culturale mondiale) ed accoglienza; cucina e prodotti alimentari; insomma european style.
E per eliminare questi 48 miliardi di usd che ogni anno gli Stati Uniti d'America pagano all’Europa in denaro, perché non riescono a pagarli col barter trade (il baratto con prodotti di loro fabbricazione), Trump intende ricorrere ai dazi doganali, sperando di convincere i suoi concittadini ad acquistare prodotti americani, che costerebbero meno, se non altro per via del dazio equivalente.
Non sono in grado di prevedere cosa faranno i cittadini americani. Ci vorrebbe la palla di vetro, ed io non la posseggo.
Così come non so come andrà a finire con la Cina, che è il problema più grande (295 miliardi l'anno di dollari usa, per pareggiare la bilancia commerciale), e in questo caso c’è poco da fare. Gli industriali statunitensi non riusciranno mai a produrre ai prezzi di quelli cinesi, che ci riescono perché non rispettano le (giuste) normative occidentali.
A questo proposito, pubblicai un articolo nel settembre dello scorso anno.
Concludo.
Credo che i dazi sui prodotti importati negli States siano in realtà il modo più semplice, per Trump, per far cassa e bilanciare questi 343 miliardi l’anno, lasciando agli importatori il compito di sbrigarsela con il mercato.
In pratica, ha detto: “Adesso sono dazzi vostri!” [doppia zeta, ovviamente, voluta].
Buon fine settimana, gente!