IL 25 APRILE È LA FESTA DELLA LIBERAZIONE! PUNTO!
Su proposta del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il Principe e Luogotenente del Regno d'Italia Umberto II° di Savoia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale con Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all'articolo 1 stabiliva la festività del 25 aprile per quell'anno, per:
La liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.
Il Decreto fu rinnovato nei due anni successivi, finché, Il 27 maggio 1949, divenne Legge (la 260/1949, ancora oggi in vigore).
La Storia -assolutamente inconfutabile- racconta che il fascismo fu un ventennio durante il quale l’Italia fu governata da un regime dittatoriale, nel quale le libertà individuali furono soppresse.
La propaganda del regime propugnava la conformazione a ideali quali il nazionalismo, il patriottismo, il militarismo, l'eroismo e l'esaltazione della civiltà romana.
Il fascismo voleva presentarsi come terza via alternativa a capitalismo e socialismo. Ma la maggior parte dei sogni restarono tali, autarchia e guerre di conquista coloniale fecero bene alla Propaganda, ma danneggiarono l’Economia, e, soprattutto, la negazione del libero pensiero tarpò le ali al Progresso e alla Cultura, e il culto della civiltà romana, di duemila anni prima, fece segnare il passo alla Civiltà, che certo non avanzò.
La seconda guerra mondiale, poi, trascinò l’Italia alla rovina, oltre che alla perdita di 750.000 vite umane, tra civili e militari.
L’antifascismo nacque presto.
Né diversamente sarebbe potuto andare. Ogni bicchiere di olio di ricino nascevano dieci antifascisti; ogni manganellata venti; ogni confino, ogni ingiustizia, cinquanta; e ogni vita umana persa in guerra, cento.
Si arrivò alla guerra civile, tra fratelli, e italiani uccisero italiani. Cominciò l’8 settembre 1943, con l'armistizio di Cassibile.
Da una parte c’erano quelli che, dopo la caduta del fascismo, costituirono la Repubblica Sociale italiana (RSI), e perpetrarono orribili crimini, anche insieme ai nazisti.
Dall’altra parte c’erano tutti gli altri italiani, uniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), costituito da gente di tutti i partiti, anche di opposti orientamenti politici: comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani ed anarchici.
Vinse il CLN, perse la RSI.
Al 25 Aprile del 1945, esattamente 80 anni fa (giorno della liberazione di Milano), si fa risalire (vedi prime righe di questo articolo):
La liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.
TUTTO CIÒ PREMESSO
Sono stanco di sentir parlare di proposte di cambiare nome alla Festa della Liberazione, per mutarlo in Festa della Riconciliazione Nazionale.
Proposte che vengono da persone con il bronzetto di Mussolini sulla scrivania, e che per decenni hanno dichiarato congenialità e sintonia con gli ideali del fascismo.
E ciò, facendo finta di non essere consapevoli del fatto che, se la guerra civile l’avesse vinta la RSI, io non avrei potuto scrivere questo articolo, ma che invece, avendola vinta il CLN, oggi la seconda carica dello Stato può farsi intervistare e fotografare nella sua casa milanese davanti ad una collezione di memorabilia, che comprende immagini e bronzi di Mussolini.
Gli italiani nati dopo il 1960 e ancora viventi sono il 24,3% del totale; 14.336.757 su 58.999.000.
Questi 14,33 milioni hanno sentito con le proprie orecchie i racconti dei propri genitori che hanno vissuto gli anni del fascismo e della guerra civile; anni di soprusi, di prepotenze, di violenze, di vessazioni, di umiliazioni, di prigionie, di morti.
Puoi riscrivere la Storia per gli altri, ma non certo per loro, che, giustamente, crederanno ai loro genitori e ai loro nonni.
Quindi, e concludo,
Se qualcuno vuole inventarne una nuova festa, si trovi una data, un nome e qualcosa di consono da ricordare, o da sognare; e la proponga al Parlamento.
MA CHE NESSUNO TOCCHI LA FESTA DEL 25 APRILE!
Buona Festa della Liberazione a tutti.
Belli e brutti, gente perbene e farabutti.
Evviva la Repubblica Italiana!
Viva l’Italia! Viva gli italiani!
