GIAMPIERO MUGHINI SU MATTEO RENZI

 


Pur non essendo un consumatore spasmodico di talk politici, li vedo, a volte, con gran piacere! E a volte, paragono i due Matteo . . .

Il Matteo Salvini. Ricco di formidabili pronostici elettorali a suo favore, discorsi inutili sul suo voler parare, a tutti i costi, agli sbarchi dei migranti clandestini e il suo vanto indefesso, che il 33% degli italiani lo voterebbe solo per questo. Argomento questo da due soldi e forse meno! 

Il Matteo Renzi è, invece, quando lo ascolto, altra cosa e, ai miei occhi, continua a rappresentare il centro democratico, liberale, europeista, e cose così nelle quali si identifica un borghese repubblicano come il sottoscritto.

La mappa politica italiana funziona così . . . 

Il Matteo quello buono parla di conti pubblici da salvaguardare, di pensioni che non possono essere anticipate perché il costo sulla collettività è strabordante, di buoni rapporti con l’Europa, il cui primo sintomo è l’abbassamento dello spread, di asili nido da offrire gratis specificando che chi lo ha già fatto, si è incontrato con lui, alla Leopolda. Argomenti sani, insomma, non blaterazioni da talk-show. 

Non vorrei mi fraintendeste, lo so che il Matteo da me prediletto tocca a stento il 3 per cento e che con quella cifra fai poco in una democrazia pluripartitica. 

Ci fai poco, sì ma qualcosa lo fai: ad esempio riconoscere le puttanate . . .

Comunque figurati se voglio fare propaganda per l’ex presidente del Consiglio.

Quello che mi stupisce: nei confronti di Renzi c’è un’antipatia diffusa che si taglia con l’accetta. Mi pare che alcuni commentatori si farebbero bruciare vivi anziché dire una parola a suo favore. 

E’ come se l’ex sindaco di Firenze avesse compattato una massa enorme di antipatizzanti, e del resto è questa massa enorme di gente di destra e altrettanta di sinistra che buttò giù il pasticciatissimo referendum costituzionale da lui proposto.

Che l’uomo abbia dei difetti e non sia perfetto, è umano . . . è talmente evidente, non c’è da spenderci sopra una sola parola. 

Come ha scritto magnificamente Michele Salvati, è un uomo che rifulge piuttosto nella “politics”, ossia nella lotta politica corpo a corpo, che non nelle “policies”, nell’elaborazione di politiche a medio termine. Tutto vero, ma che lui sia una delle poche risorse della nostra claudicante democrazia è semplicemente fuori discussione.


Giampiero Mughini

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