DELLA QUALITÀ DELL’INFORMAZIONE SUL WEB
È l’ignoranza il male che affligge il nostro Paese e i nostri Tempi, la radice del disastro.
Gli ignoranti, che quando va bene leggono un libro l’anno, gli analfabeti funzionali, che, anche se sanno leggere e scrivere, non riescono a comprendere un testo, a usare le informazioni contenute in esso, o ad applicare le conoscenze matematiche in situazioni pratiche, sono un numero enorme.
L’Italia ha un livello di istruzione bassissimo rispetto ad altri paesi per altri aspetti equivalenti. Siamo tra gli ultimi nella classifica dei lettori, tra i primi in quella della dispersione scolastica.
Per questa pletora di ignoranti, la politica confeziona slogan, messaggi semplici, bugie, promesse elettorali che non verranno mai rispettate, comunicazioni dirette alla pancia, e che lì arrivano, portando indietro like, voti, consenso, potere, denaro.
Ma -sia chiaro- se la colpa di tutto ciò è degli incolti, non minore è quella dei colti, che non hanno diffuso e non diffondono la cultura, il sapere, la conoscenza.
Per tenersela stretta? Per mostrarla, in un delirio di onnipotenza, di superbia, di arroganza, di millanteria, di orgoglio e pregiudizio di austeniana maniera? Per incapacità?
Forse, a volte, sì; diventando tutti colpevoli del disastro.
Ma dopo aver parlato dei protagonisti, dobbiamo parlare dello strumento principe dell’informazione del terzo millennio: la Rete, Internet, il web.
Prima riflessione: il web ha dato a tutti la possibilità di produrre informazioni.
Infatti, scrivere, produrre audio e video che rappresentino il proprio pensiero e le proprie idee, e proporre ciò al resto del mondo, costa pochissimo, quasi zero.
E tutto il mondo ha la possibilità di leggere, ascoltare e vedere tutto quello che viene prodotto, a costi bassissimi, quasi zero.
Tutto ciò è meraviglioso. Il Progresso ha fatto un grande balzo in avanti, e una gran parte dell'Umanità, migliorando il livello di conoscenza e di competenze, ha migliorato la qualità della sua vita.
La Civiltà cammina un po' più lentamente del Progresso, ma ne è quasi sempre influenzata positivamente.
Tutto ciò premesso, è altrettanto innegabile che questo fatto che chiunque può dare alle stampe i propri pensieri a costo zero ha dato la possibilità di parlare anche a coloro che non hanno nulla da dire; centinaia di milioni di persone che, giustamente, e perfino con un certo orgoglio, oggi vogliono la loro rivincita sociale, dopo secoli in cui sono stati trattati, appunto, da ignoranti e da cretini; ma il vero problema è che costoro -molto spesso- non sanno di essere ignoranti e cretini.
Eppure, producono informazioni; che non vale la pena di leggere, ma che vanno a mescolarsi con tutte le altre contenute in questo enorme pentolone che è il web.
Non è difficile capire che quell'informazione non vale il tempo che le stiamo dedicando; spesso è palese che l’autore in questione sta commentando un testo che non ha capito, o che non conosce l’argomento di cui sta parlando, o si esprime con gli slogan dell’ideologia al momento di moda: il politically correct, il comunismo, il fascismo, il nazionalismo, il green, i diritti dei coleotteri, etc.
Lo slogan è il segnale di riconoscimento dei cretini ignoranti.
Poi ci sono anche i cretini istruiti, o comunque bene informati in una materia -solitamente quella alla base del loro mestiere- che pretendono di discettare di altre materie, senza rendersi conto del fatto che un cretino non è capace di uscire dal suo guscio.
Diceva Umberto Eco che è peggio un semi-ignorante di un ignorante, perché la sana e completa ignoranza non crea danni.
Se sai di non saper riparare una presa elettrica chiami l’elettricista. Se invece, solo per aver letto qualcosa nel web, provi a ripararla da solo, probabilmente darai fuoco alla casa. E questo è il caso in cui il semi-ignorante -diceva Eco- è peggio del completo ignorante, se, invece di essere umile e consapevole, è un gran coglione.
In generale, quando ti sembra che qualcosa sia stato scritto da un ignorante cretino, probabilmente hai ragione.
Nei casi quindi in cui si incontra un'informazione di tal provenienza, possiamo passare subito ad un altro autore, e/o ad un altro sito. Magari aggiungendo il nome di quell’autore e del sito che lo ospita al nostro libro nero, così, quando dovessimo rincontrarlo, eviteremo di perdere ancora tempo.
Ma la quantità di informazioni inutili è enorme. Talmente grande da non poter essere misurata; e cresce, giorno per giorno, in modo esponenziale.
Talché il tempo che si deve dedicare a dividere il grano dal loglio, in Internet, rende non più profittevole l’uso di questo strumento; sia per chi ha informazioni valide da trasmettere che per chi ha bisogno di informazioni valide da conoscere.
Fino a ieri non sembrava esserci soluzione al problema.
Oggi, forse, utilizzando la enormemente aumentata capacità di calcolo dei computer, con l’Intelligenza Artificiale, sarà possibile costruire enormi banche dati contenenti solo informazioni accreditate, o almeno, al contrario, informazioni non attendibili.
Concludo.
Il web può, e deve, diventare strumento di Civiltà.
Attualmente è come una donna (o un uomo) bella/o ma stupida/o, che non serve a niente.
Buon fine settimana a tutti.
