A PARTIRE DALLA RELAZIONE DELL'AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE

 


Nella Relazione sull'attività svolta nel 2024, l'Autorità Nazionale Anticorruzione ha evidenziato, nell’attività del Governo, una serie impressionante di discrasie, di disfunzioni, e di disorganizzazione.

Tra i temi affrontati:

  1. i ritardi del Pnrr, dove in alcuni settori la spesa è inferiore al 30% delle risorse destinate; 
  2. la preponderanza degli affidamenti diretti, pari al 98% dell’acquisto di servizi e forniture; 
  3. il calo rilevante di appalti di lavori nel 2024, con una riduzione del 38,9%;
  4. l’eccesso di frazionamento artificioso degli appalti per rimanere al di sotto delle soglie di legge, dietro cui sovente si nascondono sprechi e infiltrazioni criminali e mafiose.


Nel 2024 il valore economico complessivo degli appalti pubblici in Italia è stato di 271,8 miliardi di euro, per un totale di 267 mila procedure di gara, con una flessione del - 4,1% sul 2023 e del - 7,3% sul 2022.

[impietoso il raffronto col Governo Draghi, che: aveva ottenuto il PNRR; aveva raggiunto gli obiettivi nei tempi promessi; incassato le rate alle date stabilite; organizzato gli appalti e le procedure di gara nei tempi e nei modi migliori; ed aperto un maggior numero di cantieri].


In particolare, sono da stigmatizzare [ha evidenziato il Presidente Busìa] i troppi casi di conflitto d’interessi, i vuoti di tutela lasciati dall’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, le recenti riduzioni di tutele a garanzia dell’inconferibilità, mettendo in discussione la separazione fra politica e gestione, la grave carenza di una disciplina organica delle lobby, l’indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell’indipendenza e correttezza dell’agire pubblico.

Troppi continuano ad essere gli affidamenti diretti - ha continuato il Presidente Busìa - la cui incidenza numerica, sul totale delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024, è risultata essere di circa il 98%. Preoccupa, soprattutto, il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135 mila e i 140 mila euro, a ridosso della soglia: più che triplicato rispetto al 2021, quando il valore-limite era di 75 mila euro. 

Specie in alcuni contesti, gli amministratori onesti si trovano più esposti a pressioni indebite, non potendo più opporre l’esigenza di dover almeno aprire un qualche confronto competitivo con altri operatori economici, al di sotto dei 140 mila euro.

In relazione al correttivo al Codice dei contratti, recentemente approvato, il Presidente di Anac ha sottolineato che “non è stato introdotto l’obbligo, per le imprese, di dichiarare il titolare effettivo, mentre appare evidente la necessità che il contraente pubblico conosca con chi si rapporta, al di là degli schermi societari. Questo, non solo per ridurre il rischio di pericolose infiltrazioni, ma anche per prevenire offerte combinate o altre gravi alterazioni della concorrenza. Nessun intervento è stato fatto sulle soglie per aumentare trasparenza e competitività, come pure per ripristinare verifiche preventive sugli affidamenti in house, utili ad evitare distorsioni del mercato e rallentamenti conseguenti a possibili contenziosi”. 

Riguardo alla sicurezza sul lavoro, Busìa ha detto: “È inammissibile che si continuino a registrare ancora troppi incidenti e troppe morti sul lavoro. Preoccupano i dati del nostro Casellario delle imprese: 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza nel 2024, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e del 87% rispetto al 2022. I rischi maggiori vengono dai subappalti, specie se realizzati a cascata”.

"Nel settore sanitario -prosegue Busìa- è da arginare la prassi di acquistare macchinari a prezzo scontato, con una contropartita nascosta, legata a onerosissimi servizi di manutenzione. Ciò, con l’ulteriore rischio che l’amministrazione si trovi a dipendere per lungo tempo da un singolo fornitore”.


La Relazione dell’ANAC non poteva non scatenare l’obbligo di chi scrive di approfondire quanti più casi specifici.

Ne evidenziamo alcuni, del Ministero della Cultura (prima col Ministro Sangiuliano e poi col Ministro Giuli) e di quello del Turismo (Ministra Santanchè), che hanno speso 30 milioni di euro del PNNR, con almeno 42 affidamenti avvenuti dall’inizio del Governo Meloni.


Il Ministero della Cultura ha finanziato festival di cinema organizzati da amici e parenti.

40 mila euro a Filming Italy organizzato in Sardegna da Tiziana Rocca, moglie dell’attore e regista Giulio Base. La Rocca è una pierre di lungo corso della destra, amica carissima della sottosegretaria con delega al cinema Lucia Borgonzoni, leghista. La sua Agnus dei (2 dipendenti) è passata da 50 mila euro di finanziamenti a quasi 500 mila del 2024, per fare salotti con Filming Italy in giro per l’Italia, sempre con la Borgonzoni al seguito, a festeggiare inaugurazioni e presentazioni. 

L’ultimo film della Rocca e del marito è costato 1 milione di euro ed ha incassato solo 4 mila euro. 

Quanti euro, di quel milione, vengono dallo Stato, e quanti dalle tasche del produttore? Non siamo ancora riusciti a saperlo, ma abbiamo forti sospetti che l’unico socio finanziatore sia stato lo Stato. Cioè tutti noi, amici lettori 

L’ex ministro Sangiuliano, un anno fa, dichiarò, per giustificare i tagli generali al cinema: “Devo dare i soldi ai loro amichetti registi che fanno film per 14 spettatori”. 

L’APA (Associazione Produttori Audiovisivi) gestisce copiose ed importanti risorse, non solo il tax credit; ne è Presidente Chiara Sbarigia, culo e camicia con la Borgonzoni ed Ignazio La Russa. L’APA va avanti a suon di determine direttoriali; [l'esautorazione deve essere una tara genetica di una certa destra].

Vale la pena ricordare che la Sbarigia è anche Presidente dell'Istituto Luce Cinecittà (oggi Cinecittà spa).

Della cricca fa parte anche il conduttore tv Fabrizio Rocca, fratello di Tiziana Rocca.

Ci sono anche 50 mila euro spesi per il Festival del cinema italo-spagnolo a Palma de Mallorca con Gabriella Carlucci (ex parlamentare di FI).

E 65 mila euro alla Festa del cinema di Roma.

E 122 mila euro per il concerto del Volo ad Agrigento, giustamente (ette pareva!) reclamati dal Presidente della Regione Sicilia, il berlusconiano Renato Schifani.


Per quanto riguarda il Ministero del Turismo, il 2024 (febbraio) è stato testimone della trasformazione di ENIT da ente pubblico economico a SPA.

Così, se prima ENIT rispondeva poco e tardi alle richieste di informazioni dell’Autorità Anticorruzione, adesso, che è una SPA, non risponde più.

Spero proprio che l’Anac trovi la forza ed il coraggio di segnalare i fatti almeno alla Magistratura contabile, che potrebbe procedere per danno erariale. 


10 milioni di euro sono finiti alla Rcs del Corriere per il giro d’Italia, e 7 milioni per le olimpiadi Milano-Cortina, anche questi erogati senza gare né delibere del Consiglio di Amministrazione. 

La Capitale della cultura 2025, Agrigento, è costata, finora, 1 milione di euro, pagati un po' dalla Cultura e un po' dal Turismo.

75 mila euro sono finiti all’Italy golf and more. 

E 130 mila euro, dal Ministero dell’Agricoltura di Francesco Lollobrigida, sono andati a Casa Italia per gli Europei di calcio in Germania. 

E 200 mila euro sono stati spesi per la partecipazione all’evento della Marina militare “Nastro rosa tour 2024” in partnership con Difesa Servizi spa, che fa capo al Ministero della Difesa. 

E 60 mila euro all’anno al festival letterario Taobuk. 

E 1 milione e mezzo di euro ad Eurovision 2022. 


E’ sempre Enit spa che decide: l’amministratrice delegata Ivana Jelenic; la direttrice Elena Nembrini (che è anche nel cda della Milano - Serravalle) e il meloniano ed ex generale dell'Esercito Sandro Pappalardo, ex assessore al turismo in Sicilia e neopresidente di Ita con Lufthansa, colui che con Musumeci ha elargito random milioni di euro alle sagre dell'Isola. 


Concludo.


Il fatto che l’Autorità Nazionale Anticorruzione non sia in grado di controllare come e perché gli appalti senza gara siano diventati 300, da 42 che erano l’anno precedente, mi preoccupa, mi fa paura.


Buon fine settimana a tutti.

Belli e brutti,

galantuomini e farabutti!



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