SBERLEFFI A TRUMP DA INDIA E BRASILE

 


da Edward Carr, Vicedirettore di The Economist


Entrambi i nostri articoli di copertina di questa settimana si concentrano sui paesi sotto attacco da parte di Donald Trump. 


Il primo articolo riguarda l'imminente processo a Jair Bolsonaro, ex presidente brasiliano, e "Trump dei tropici". 

Abbiamo un resoconto approfondito di come il suo partito, indignato per la sua sconfitta alle elezioni, abbia complottato per rovesciare il neo eletto presidente. È probabile che Bolsonaro venga dichiarato colpevole.

La nostra caporedattrice, Zanny Minton Beddoes, si è recentemente recata in Brasile con alcuni colleghi per parlare con politici e funzionari. Queste conversazioni costituiscono la base del briefing di questa settimana, in cui descriviamo come la maggior parte dei politici brasiliani voglia lasciarsi alle spalle la follia di Bolsonaro e la polarizzazione radicale da lui provocata. Come sottolinea la nostra leader [Zanny] il Paese si trova ad affrontare numerosi ostacoli, non ultimo Trump, che ha imposto dazi del 50% sui beni provenienti dal Brasile a causa di quella che lui definisce la "caccia alle streghe" contro il suo amico Bolsonaro.


Il desiderio del Brasile di voltare pagina è in netto contrasto con quello dell'America, che ha insabbiato le violenze del 6 gennaio 2021 [l'assalto al Campidoglio, il tentativo di insurrezione da parte dei fedelissimi di Trump].

Anzi, i due Paesi sembrano scambiarsi di posto. Sotto Trump, l'America sta diventando più corrotta, protezionista e autoritaria. Al contrario, il Brasile è determinato a salvaguardare e rafforzare la propria democrazia.


Il secondo articolo di copertina di questa settimana analizza la prova che l'India deve affrontare nel suo tentativo di diventare una superpotenza.  

Trump ha vanificato 25 anni di diplomazia americana tra USA ed India abbracciando il rivale regionale dell'India, il Pakistan. 

E, dopo aver condannato l'India per l'acquisto di petrolio russo, ha imposto al Paese dazi del 50%, come il Brasile e molto più alti di quelli di un rivale come la Cina. 

Come dovrebbe reagire Narendra Modi, il primo ministro indiano?


Il nostro caporedattore esteri, Patrick Foulis, si è recato recentemente in India con un team di corrispondenti e redattori dell'Economist per indagare su questo interrogativo. 

Abbiamo dedicato l'intera sezione Asia di questa settimana a rispondere. 


Sosteniamo che la risposta dell'India dovrebbe includere riforme interne tanto necessarie. Modi non deve rifuggire dai cambiamenti strutturali che stimolerebbero la crescita e avvicinerebbero l'India al suo obiettivo di diventare un'economia da 10.000 miliardi di dollari entro il 2047, centenario della sua indipendenza. 

Per l'America alienare l'India è un errore colossale. 

Per l'India è un momento di opportunità: un test decisivo per capire che tipo di grande potenza diventerà.




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