MATTARELLA SCHIETTO MA, COME SEMPRE, EQUILIBRATO. VIRTÙ IN VIA DI ESTINZIONE.

 


Si è riunito oggi, al Palazzo del Quirinale, il Consiglio supremo di difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Si è parlato della guerra in Ucraina e di come quel conflitto abbia mostrato una trasformazione nella condotta delle azioni militari, soprattutto per quanto riguarda l’impiego di droni, che la Russia utilizza anche violando lo spazio areo della NATO e dei Paesi dell’Unione Europea.

Sul fronte mediorientale, il Consiglio ha valutato positivamente il raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, dichiarando però che desta grande preoccupazione il perdurare di episodi di violenza che causano un alto numero di vittime tra i civili, e ribadendo che una pace duratura nella regione è possibile solo attraverso il riconoscimento e la realizzazione della soluzione 'due popoli due Stati'.

Il Consiglio ha preso in esame la situazione nel Sud del Libano, dove il quadro di sicurezza continua ad essere fragile, con perduranti violazioni della risoluzione n. 1701 del 2006 e il ripetersi di inaccettabili attacchi da parte israeliana al contingente di UNIFIL, attualmente a guida italiana.

È stata affrontata inoltre la situazione critica in Libia e nel Sahel, un’area cruciale per la sicurezza del continente europeo.

Il Consiglio ha condiviso la necessità, sottolineata anche in ambito europeo e dell’Alleanza Atlantica, di mantenere alta la vigilanza sulla tutela delle infrastrutture critiche nazionali, nella difesa contro gli attacchi cyber e nella dimensione cognitiva.

È stato rilevato come alle dimensioni tradizionalmente note si aggiungono oggi anche il dominio dello spazio e la dimensione subacquea, due ambiti la cui importanza va crescendo in modo esponenziale. 

Niente di nuovo sotto il sole, insomma. 

Se non quando si è parlato di Iran, e Mattarella, pur sottolineando l'importanza del rispetto dei diritti umani e del dialogo, ha però respinto il principio delle interferenze esterne e la pretesa di imporre determinati stili di vita; ha sottolineato la necessità del rispetto reciproco e del dialogo, ma ha respinto l'imposizione di valori da parte di alcuni Paesi.
Questo richiamo -nemmeno molto velato- agli esportatori di Democrazia, ai fautori di guerre preventive, mi è piaciuto. È stata una dimostrazione di equilibrio, virtù rara in un panorama di odiosi attacchi a popoli culturalmente e politicamente più deboli.

Nel giugno scorso avevo scritto un articolo, sull'argomento, che ricevette poche letture e molte critiche negative. Cosa che accade spesso, quando si va controcorrente. Perché il gregge è formato di pecore, animali dolcissimi ma notoriamente poco intelligenti, che si muovono in una direzione o nell'altra secondo i latrati dei cani pastori.

Se a qualcuno interessa, l'articolo di giugno è  Qui


Buona settimana a tutti.



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