NOVEMBRE USA
Questa prima settimana di novembre dell’anno 2025 sembra destinata a restare famosa nella Storia degli Stati Uniti d'America.
Noi europei, da quest'altra parte dell'oceano, vuoi perché parte preponderante dell'apparato radicale americano, vuoi perché legati da notevoli interessi economici, guardiamo con interesse ciò che accade laggiù.
Domani, 4 novembre, elezioni dei nuovi Governatori degli Stati della Virginia e del New Jersey, e del nuovo sindaco di New York.
La maggior parte degli uffici del governo federale sono chiusi al pubblico, e milioni di persone (dagli stessi dipendenti federali ai beneficiari dei provvedimenti federali) sono senza i soldi per campare.
Mercoledì 5 novembre la Corte Suprema ascolterà le motivazioni addotte da coloro che pensano che Trump non possa imporre dazi di emergenza sulle importazioni senza essersi prima consultato col Congresso sull’esistenza, o meno, di uno stato di emergenza.
I sondaggi dell’appena trascorso weekend (a NYC sono le quattro di lunedì mattina) biasimano per il 20% la gestione dell’economia e per il 30% l’inflazione, che erano stati i temi della campagna elettorale di Trump.
E in ultimo, ma non certo in ordine di importanza, la borsa è in calo.
Tutto ciò, ad un anno dalle elezioni di medio termine, per le quali Repubblicani e Democratici stanno già affilando le lame con gerrymandering di ogni tipo.
E siccome a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si coglie, cosa pensare della faccenda -indubbiamente terribile- della droga proveniente dal Venezuela, affrontata come una guerra?
È un’arma di distrazione di massa, o comunque un pezzo di Make America Great Again? In fin dei conti comodo, a un passo da casa, un regime autoritario, i narcotrafficanti, la gioventù americana che muore per le strade . . .
La flotta USA ha già inviato 13 navi militari, e ne invierà altre.
Vabbè, non importa di che colore è il gatto, purché prenda i topi.
Buona settimana a tutti.
