LA VIOLENZA FIGLIA DEI TEMPI, DEI LUOGHI, DELLA POVERTÀ CULTURALE

 

La cronaca ci racconta, sempre più spesso, fatti di violenza giovanile, che coinvolgono giovani, adolescenti, ma anche bambini, dai 10 anni in su.

Giovani vite spezzate per una lite per futili motivi fuori da una discoteca. Coltelli e armi da fuoco che appaiono all'improvviso, in mano a ragazzi i cui genitori dichiarano: 'Non è possibile! Mio figlio è un bravo ragazzo!'

Prove di coraggio a volte imposte per entrare a far parte di una banda, che finiscono con voli da terrazze, e adolescenti schiantati al suolo.

Baby gang che assaltano adulti per strada, strappando loro borse e cappotti, e scippando vecchiette spinte a terra da bambine e bambini di 10-12 anni, che sputano loro addosso prima di scappare con la borsetta della malcapitata!

Non credo sia giusto parlare di violenza in generale, facendo di ogni erba un fascio; credo che si debba distinguere la violenza fisica da quella verbale, da quella sessuale, dall'aggressività (che pure arriva sino all'omicidio!), dalla violenza sugli animali, dal vandalismo e dal contegno sconveniente,  tanto per cominciare e giusto per fare alcuni esempi. 

Anche perché una mia amica psichiatra infantile mi ha fatto notare che siccome i reati dei minorenni sono giudicati secondo il diritto penale minorile, vengono anche rilevati in statistiche separate, a cui è riservata, giustamente, una privacy più stretta. Noi operatori dell'informazione, noti per cinismo e spregiudicatezza (come sempre, per colpa di qualcuno non ce n'è più per nessuno) se vogliamo conoscere certe cose dobbiamo ricorrere al filtro degli esperti del settore. 

Costoro (gli esperti) ci dicono che è assodato che in età giovanile il livello di violenza e la durata della carriera criminale sono inversamente proporzionali all’età in cui il soggetto ha manifestato per la prima volta, da bambino, un comportamento nettamente più aggressivo della norma. 

E che la violenza non ha una sola causa, ma è il risultato di una complessa interazione tra numerose concause di diversa origine. Alcuni fattori favoriscono la violenza, altri la inibiscono. Vi sono quindi fattori di rischio e fattori di protezione.

Tutto quanto precede vuol essere utile premessa delle mie riflessioni odierne. Perché . . .

Sono nato nel 1950Bambino nell'immediato dopoguerra, in un'Italia in cui in molte famiglie si piangevano figli, mariti e padri morti sui fronti di guerra, sotto i bombardamenti e nei campi di sterminio; nelle strade, camminando tra case bombardate, si incontravano mutilati e invalidi di guerra (figlio di un Grande Invalido); all'asilo e alle scuole elementari si veniva a sapere che certi compagni erano orfani di guerra perché il bidello distribuiva loro quaderni e pennini gratis, ed altri, che al termine delle lezioni si fermavano a pranzo, perché titolari del libretto di povertà; nei corridoi delle scuole grandi manifesti mostravano l'immagine di un bambino senza più le mani per l'esplosione di una bomba, ed una scritta in rosso ammoniva: NON TOCCATE!, perché le campagne circostanti, lungo la linea ferroviaria, che era stata bombardata, erano ancora piene di ordigni inesplosi, e ricordo bene il funerale di un bambino della mia scuola, a cui partecipammo, tutti inquadrati, e cantammo un salmo.

Il nostro Paese, alleato con Germania e Giappone (l'Asse Roma-Berlino-Tokio), aveva prima combattuto contro il resto del Mondo (gli Alleati), salvo poi allearsi con i suoi ex nemici per combattere contro i suoi ex alleati. Tale cambiamento di fronte avvenne grazie al rovesciamento del pensiero e delle azioni della maggior parte degli italiani, che fecero cadere il regime fascista, che imperava da oltre vent'anni. Ma ci volle una guerra civile. E siccome ad ogni guerra civile seguono i regolamenti di conti tra le fazioni, quel periodo (per tornare alla mia infanzia) fu testimone anche di questo tipo di violenze.

Armi, munizioni? Spuntavano dappertutto. Le trovavamo nelle cantine, dimenticate da chissà chi e chissà quando. Girava polvere da sparo, ma se non la trovavi, a 10 anni sapevi dove trovare clorato di potassio, acido nitrico, e nitrato di ammonio, e come fabbricarci una bella botta. 

Violenze più violenze più violenze. Violenze di ogni tipo. Per anni ed anni il nostro Paese fu devastato dalla violenza. La mia infanzia ne subì le minori (sempreché ad un tal sentimento si possa applicare una scala di valori), la coda, ma certamente ne subì. La generazione dei nostri genitori, che avevano vissuto la violenza sulla loro pelle, usava, con noi figli, mezzi di correzione, e disciplinari, che oggi sono considerati reati verso minori, e puniti severamente. Nessuno di noi è cresciuto male, nonostante qualche cinghiata e qualche colpo di mattarello sulla schiena! Evidentemente i fattori di protezione, di cui abbiamo parlato sopra, hanno superato di gran lunga quelli di rischio, e qualche bozzo è stato ampiamente riassorbito dall'amore e dalle attenzioni ricevute dai nostri genitori e dai nostri nonni. 

E' quindi vero che la violenza è figlia dei tempi e dei luoghi. 

Ma anche della povertà culturale; quest'ultima, troppo spesso figlia della povertà vera, reale. 

Quantità e qualità di Cultura e di Amore per la pace sono direttamente proporzionali tra loro.

Entrambe, poi, lo sono con la Pace reale, di cui sono Costruttori.



 

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