GIORNI DI ORAZIONI FUNEBRI, DI EPITAFFI
L'Epitafio (Ἐπιτάφιος, Epitaphios), conosciuto anche come
Epitafio o Orazione funebre, è un'orazione funebre di Pericle pronunciata ad
Atene alla fine del primo anno della guerra del Peloponneso, nel 431 A.C.
Fu riportato da Tucidide, nelle Storie, II, 34-36
Ne segue una parte.
O-O-O-O
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi:
e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti
nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a
preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di
privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un
impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita
quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il
nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace
e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari
quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei
pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è
stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi
non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di
ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo
consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita
ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo
sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà,
ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e
che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in
se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che
la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.