POTERI CHE SGOMITANO
Nel nostro Paese il potere legislativo spetta al
Parlamento, quello esecutivo al Governo, e quello giudiziario alla
Magistratura.
La separazione tra questi tre poteri, e la loro assoluta
indipendenza, costituiscono le fondamenta dell'Italia, stato liberale.
Ma il nuovo Governo tende a legiferare, con la complicità
della maggioranza di cui gode in Parlamento e della latitanza dell'opposizione,
e la Magistratura esprime, platealmente, la sua voglia di intervenire nella
politica.
Tutto ciò è conseguenza del risultato delle ultime
elezioni, che hanno -legittimamente- mandato al Governo una gruppetto di
trasformisti che hanno gabbato gli elettori, facendo promesse che sapevano di
non poter mantenere, e che infatti non hanno mantenuto. Ma quei pochissimi che
li hanno votati sono stati sufficienti per sbarcare a Palazzo Chigi.
In questo vuoto di potere il Parlamento non parla e
non legifera; il Governo, incapace di governare, però vuol
legiferare, e la Magistratura sembra voler intervenire.
Insomma, a Parlamento dormiente, ed in barba alla
separazione dei Poteri, l'Esecutivo e il Giudiziario debordano.
Inutile ribadire che responsabili di tutto ciò sono gli
italiani che non sono andati a votare ed il centro sinistra, che non è riuscito
a formare una coalizione che non solo non aveva una proposta unitaria valida
per vincere le elezioni, ma non è unita nemmeno nel mestiere di fare
opposizione.
Tutto ciò premesso, voglio oggi evidenziare alcune
recenti dichiarazioni di certe correnti della Magistratura, invitandovi a
rifletterci su. Non vi nascondo che in me hanno suscitato una certa ansia.
Il sette novembre scorso Giuseppe Santalucia, Segretario
dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha dichiarato, contro la riforma
costituzionale progettata dal governo:
“Si tratta di uno sbilanciamento ed uno squilibrio a
favore del potere esecutivo”.
“Se le minoranze vengono escluse dal circuito della
partecipazione decisionale è logico ed inevitabile che cerchino nelle aule di
giustizia quella voce che non hanno avuto nella fase della formazione della
volontà generale, quindi aumenteranno i conflitti”.
L’8 novembre, il segretario di Magistratura democratica,
Stefano Musolino, sullo stesso tema:
"La riforma costituzionale? Si tratta di una truffa
delle etichette, giacché l’esito dei proponenti è quello di sconvolgere
l’equilibrio tra i poteri dello stato, riducendo l’autonomia e l’indipendenza
della magistratura tutta”.
Il 12 novembre, a Napoli, i magistrati della corrente più
a sinistra di Magistratura Democratica
aggiungono ulteriori elementi, e Giuseppe Borriello, Sostituto
Procuratore di Potenza, dichiara:
"La magistratura deve denunciare la deriva
burocratica del nostro lavoro”
"il compito dei magistrati è di tutelare gli
interessi della collettività”
"Le funzioni giudiziarie non possano non essere
ispirate da contenuti valoriali, per non utilizzare un termine pericoloso che è
quello ideologico”.
Valerio Savio (Tribunale di Roma) dice:
"Magistratura Democratica deve difendere con forza
le sue posizioni contro la riforma"
e suggerisce di portare avanti questa battaglia
anche all’interno degli uffici e invita a mandare “forte e chiaro
all’esterno questo messaggio” costruendo rapporti con i comitati che si
creeranno.
In ottobre, in occasione della riunione della corrente
Area a Palermo, sempre Santa Lucia aveva spiegato dettagliatamente quali rischi
correrebbe il governo, nelle aule giudiziarie, portando avanti la sua riforma
plebiscitaria.
Un editoriale di 'Questione Giustizia', la rivista di
Magistratura Democratica, esplicita i temi su cui costruire una solida forma di
resistenza per salvare il paese dall’ascesa dei nuovi poteri.
“In moltissimi campi della vita sociale ed economica è il
Potere Giudiziario a intervenire in esclusiva, o almeno in prima battuta, nella
ricerca di soluzioni di problemi inediti talora incancreniti dalla paralisi e
dall’inerzia della politica. E in una società in cui ciascun individuo può
ritrovarsi a far parte di una delle molte minoranze che compongano la
collettività è fortissima l’esigenza di una magistratura che assolva un
incisivo ruolo di garanzia dei diritti individuali e della dignità delle
persone”.
Ed ancora:
“Penso all’affermazione di diritti dolorosi come quelli
relativi al fine vita; alle soluzioni offerte sul terreno dell’eguaglianza di
genere; alla protezione di diritti umani fondamentali come nel caso dei
migranti; alle azioni a tutela dei risparmiatori e delle finanze pubbliche in
contesti finanziari sempre più complicati e vorticosi; agli interventi sulla
condizione dei lavoratori marginali, come i rider o i lavoratori della
logistica”.
È chiara l'ansia di rivendicare un ruolo speciale della
Magistratura nella società, allargandone le prerogative; infatti:
"Una funzione di garanzia che, ancora una volta, –
in questo gli insegnamenti degli anni 70 sono attualissimi – non può essere
assunta da un magistrato burocrate e che, ancora una volta, richiede che
l’interprete attinga nel compiere le sue scelte a valori indicati nella carta
costituzionale e nelle carte dei diritti che si sono venute affermando”.
Credo ci sia abbastanza su cui riflettere, e abbastanza di cui essere preoccupati. Credo che ogni paese democratico abbia bisogno dell'opinione di tutti i suoi cittadini, e quindi del loro voto, sempre. Credo che ognuno di noi voglia essere cittadino, e non suddito di caste che, con la scusa di dare indicazioni, di proteggere i valori indicati nella carta costituzionale, e non meglio precisati diritti che si sono venuti affermando, forse vogliono proteggere i propri privilegi, e a buon bisogno incrementarli. Legiferare è un diritto del Popolo, che lo esercita tramite i suoi rappresentanti in Parlamento. Punto.
Buon pomeriggio.