DI AGRICOLTURA, DI TRATTORI, E DI POLITICA
Doverosa premessa: non ne so molto di agricoltura. Ma vedo un mondo -quello degli
agricoltori europei- che protesta, e vorrei capire perché.
Uno dei motivi di protesta è quello delle importazioni di prodotti
agroalimentari da Paesi extra-UE, che, dicono i nostri agricoltori, praticano
prezzi bassi perché non osservano leggi costose da rispettare come le
nostre. Le organizzazioni di categoria lamentano una vera e propria invasione
di prodotti extra-UE, che farebbero crollare i mercati, praticando prezzi più
bassi.
Ho verificato i dati italiani. Non ho trovato quelli degli altri paesi UE.
Nell'agroalimentare, l'Italia acquista per il 71% da Paesi Ue (quindi Stati che hanno le nostre stesse regole).
Nel 29% che importiamo ci sono anche prodotti che non
potremmo mai produrre, come quelli esotici, ma non sono riuscito a sapere con
certezza di quanto si tratti. Voci quindi non verificate dicono che gli esotici
costituiscano il 15-17%. Se così fosse, la concorrenza sleale, perché si
tratta di prodotti realizzati con regole meno costose, ammonterebbe al 12%.
Senza contare che tra i prodotti agricoli esotici c'è, per esempio, il
caffè, impossibile da coltivare qui, e che acquistiamo per 1,35 miliardi, ma di
cui esportiamo, trasformato dopo la torrefazione (al netto di quello consumato
in Italia, che è davvero tanto) per 1,47 miliardi, traendo un saldo a nostro
favore di 0,12 miliardi di €.
- Ho trovato informazioni sulle mele italiane. Siamo il 2° paese produttore
al mondo (15,6% del mercato mondiale, dopo la Cina, che è al 17%, e prima degli
Stati Uniti, al 13,7%). Ne vendiamo per 0,87 miliardi di €, ne acquistiamo per
0,02 miliardi, con un saldo a nostro favore di 0,85 miliardi.
- Ho trovato informazioni sul biologico. L’Italia è uno dei Paesi europei
con più terreni destinati a coltivazioni biologiche. Una delle richieste della
Pac è proprio di raggiungere la percentuale del 25% del totale degli ettari
coltivati entro il 2030. Siamo già arrivati al 19%, e le proiezioni dicono che
raggiungeremo l'obiettivo con tre anni di anticipo, entro il 2027.
- Ho trovato informazioni sulla Sicilia, schiacciata da siccità e spese
connesse a questo fenomeno. A causa delle condutture vetuste e dei continui
guasti gli agricoltori non ricevono l'acqua necessaria ad irrigare i campi. I
progetti di rifacimento restano nel cassetto, l'acqua non arriva ma i costi
fissi a carico dei contadini sono raddoppiati. E con le coltivazioni a secco,
centinaia sono costretti ad abbandonare i campi. Problemi che non mi sembrano
interessare la PAC (Politica Agricola Comunitaria), ma semmai aiuti dal Governo
Regionale, che gestisce, tramite i Consorzi di Bonifica, la distribuzione
dell’acqua per l’irrigazione dei campi, o il Governo italiano, che potrebbe
inserire l'evento tra le calamità nazionali.
- Ho trovato informazioni sul tema carburanti, presentato dagli agricoltori
come importantissimo per il settore. Voci provenienti da associazioni di
categoria degli agricoltori dicono che tra i loro associati si è sparsa la voce
che il Governo intende abolire le agevolazioni per il gasolio agricolo, come la
Germania, che ne ha annunciato appunto
l'abolizione. In Germania tale sussidio ammonta a 440 milioni di euro
l'anno. In Italia a 935 milioni l’anno. È pur vero che Bruxelles ha dichiarato
che presto dovranno essere eliminati i contributi ai combustibili fossili, ma
ancora tali provvedimenti non esistono.
Certamente la transizione green Europea toccherà anche gli automezzi e i
macchinari agricoli in generale, per spingere gli agricoltori verso energie
alternative a quelle fossili, e si dovrà rinnovare un parco decisamente
importante, con costi molto alti per gli agricoltori, che mi par di capire che
non siano stati consultati sull'argomento. Credo che abbiano la sensazione di
essere considerati meno importanti degli automobilisti, che invece hanno avuto
ed hanno voce in capitolo, e soprattutto finanziamenti, per la transizione dai
motori termici a quelli elettrici. Questo timore di essere considerati cittadini
di serie B credo sia anch'esso una componente della protesta.
L'avvio di tavoli di concertazione, sull'argomento, credo sarebbe doveroso,
oltreché un utile strumento per calmare gli animi.
Tutto quanto precede sono solo numeri, dati e informazioni generali
sull'argomento e sulla vicenda delle proteste.
Ricordo, pochi anni fa, la guerra del latte dei pastori sardi. La
mia analisi individuò il nemico nella GDO, la Grande Distribuzione Organizzata,
responsabile della distribuzione del pecorino prodotto col latte dei pastori, e
nella mancanza di colloqui tra pastori e GDO, a causa della presenza, nella
catena, dei caseifici che trasformano il latte in formaggio. Sollecitai i
pastori a scendere in campo investendo in caseifici, che non solo
avrebbero accorciato la filiera, ma avrebbero dato anche la possibilità di un
colloquio diretto tra le parti essenziali, o comunque più importanti.
Uno dei colossi della GDO, la Coop, capì il problema, intuì il ritorno di
immagine, e si dichiarò disposta a pagare di più il prodotto a quei caseifici
che avessero pagato di più il latte. E una parte del problema venne
immediatamente risolto. Ovvio che gli altri della GDO ci misero poco ad
adeguarsi, per non perdere clienti, e le cose migliorarono. Nel frattempo i
pastori investirono anche in caseifici. Il latte di pecora, da 0,60 centesimi
di € per litro, è passato ad 1,5 €, con punte fino a 1,80 € per litro. Triplicato. In cinque anni.
Ho voluto ricordare quelle battaglie per sollecitare le parti (agricoltori
e politici) a spendere più tempo a parlare e ad ascoltarsi, a concertare.
Ricordo a tutti che l'Unione Europea siamo noi, tutti noi, i popoli europei,
tramite i nostri rappresentanti. E che le prossime elezioni si terranno tra il
6 e il 9 giugno, tra 4 mesi.
Mentre protestate, cari agricoltori, pensate per chi votare, in giugno. Non
votate chi vi tira le noccioline, ma chi si siede ai tavoli con voi e vi
ascolta quando parlate.
Buon tutto.
P.S. Ho evitato l'argomento pesticidi perché, pur comprendendo
l'importanza, non conosco per niente la materia.