SUL FERMO AMMINISTRATIVO DELLE TOPOLINO A LIVORNO
La ratio della norma in questione è evidente:
salvaguardare i compratori, in modo che non siano tratti in inganno
sull’origine, la provenienza o la qualità del prodotto, e salvaguardare i proprietari dell'opera dell'ingegno da chi poteva danneggiarli, producendo e vendendo a prezzo più basso.
È recente la vicenda della multinazionale
dell'abbigliamento Levi's, che aveva citato in giudizio, avanti la Corte
Federale di San Francisco, il buon Brunello Cucinelli, accusandolo di aver
violato il trademark dell’iconica etichetta statunitense, registrato ben 85
anni fa, relativo a quella minuscola etichetta rossa immersa nella
cucitura di una tasca dei jeans.
Levi Strauss aveva portato prove tangibili fornendo 14
foto di capi di abbigliamento a marchio Brunello Cucinelli che riportavano
copie della sua famosa linguetta rossa [ovviamente senza la
scritta Levi's] dichiarando che i consumatori avrebbero potuto confondersi,
associare o scambiare l’identità del marchio e che avrebbe potuto comportare
una perdita di vendite, che si sarebbe trasformata anche in un incalcolabile
danno alla propria reputazione.
Il nostro Brunello ha invitato il giudice a
consultare i siti Internet di attore e convenuto (Levi's e Cucinelli), facendo
notare che i prezzi dei jeans Levi's vanno dai 120 ai 140 €, mentre quelli di
Cucinelli vanno dai 990 ai 1.290 €, e che a suo modesto parere non esistono al
mondo consumatori che possano essere tratti in inganno.
Si dice che il giudice, sorridendo, abbia invitato le parti a concludere il procedimento con un accordo, per addivenire alla soluzione della contesa. Invito accettato dalle parti. Contesa chiusa.
SIMILMENTE,
- credo che qualcuno dovrebbe sapere che la Topolino
marchiata FIAT è diversa dalla Amì marchiata CITROEN, perché ha subìto quello
che si chiama un restyling, tant'è che, e
questo è il fattore più importante, costa circa il 15% di più della Amì, e
credo che non esistano consumatori così cretini da farsi ingannare, quando c'è
una così evidente disparità di prezzo;
- sia il marchio Citroen che quello Fiat sono entrambi dello stesso proprietario (Stellantis), tra i quali è impensabile possa esistere un conflitto di interessi.
Concludo.
Il Made in Italy va difeso combattendo chi spaccia
prodotti non italiani dichiarandoli invece italiani, e vendendoli a prezzi più
bassi dei nostri, caro Ministro Urso.
Il resto è bieca ideologia autarchica!

