PRIMO MAGGIO DUEMILAVENTIQUATTRO


Quando uno ha vissuto, come me, ormai quasi tre quarti di secolo, e relative feste del Lavoro, ha poco da dire che suoni nuovo, attuale, di tendenza.

Ha, semmai, tanto da raccontare. Giornate di Primo Maggio pregne di spirito di lotta, inebriate ed inebrianti di emozioni, di rabbia, di sconfitte e di vittorie, di suoni, di canti, di tamburi, di striscioni, di grida, di slogan, di concertoni a San Giovanni, maratone di musica e di parole, di amiche ed amici di ogni parte d'Italia -ma non solo- che rincontravi in quell'occasione, con relativi e reciproci aggiornamenti, dall'anno precedente, su lavoro, famiglie, figli, e politica della tua città; il tutto condito con panini con porchetta, bicchieri di vino e politica; e, la sera, amatriciane, carbonare, arrabbiate, vino, ed ancora politica.

Pezzi di vita. Una vita che cambiava, di anno in anno.

Così come cambiava il lavoro. Caspita, se è cambiato!

Dalle 48 ore la settimana alle 44, al 'un sabato sì e uno no', alla settimana corta, alle 40 ore.

In una decina di anni, dai primi anni '60 al '72-'73, si passò dalle 48 alle 40 ore con, dove possibile, la settimana corta.

8 ore in meno, per 48 settimane l'anno (quelle lavorate), fanno 384 ore in più da dedicare, ogni anno, alla propria vita; cioè 8 settimane da 48 ore, più o meno due mesi, ogni anno, di cui il lavoratore, e la sua famiglia, si riappropriavano.

Di più. Lungo tutti gli anni '70 si lottò contro gli aumenti di produttività derivanti dalla pura intensificazione del lavoro (non, ovviamente, quelli derivanti dall'innovazione tecnologica), e quindi la riduzione di orario si tradusse, almeno in parte, in un aumento di occupazione.

Non c'era da festeggiare, il 1° maggio? Certo che sì! Abbiamo pianto di gioia!

Ma -come sempre nella vita- abbiamo anche pianto di dolore. Per gli infortuni, per i compagni vittime del lavoro; per chi il lavoro l'ha perduto; per chi è stato illegalmente sfruttato e sottopagato; per chi è stato vittima dell'avidità di sedicenti imprenditori che hanno rubato i contributi ricevuti dallo Stato per creare posti di lavoro; per chi è stato vittima della criminalità organizzata che, drenando risorse pubbliche, ha impedito di utilizzarle per far lavorare chi era senza lavoro; per chi è stato vittima di politici eletti per rappresentare i lavoratori, che invece, per incapacità, e a volte con dolo, non li hanno rappresentati nel modo giusto, amministrando male le risorse dello Stato; da cui, inesorabile, la attuale crisi di sfiducia nei partiti e nella politica, l'abbocco al populismo, l'arma di sedicenti politici, incapaci e spesso interessati solo al potere e al denaro. Dico abbocco perché il popolo gli ha dato fiducia, li ha votati, nella speranza di riappropriarsi dei propri diritti, quelli che la Democrazia garantisce al Popolo Sovrano. Ma loro, incapaci, e forse corrotti, avidi, spietati, hanno fatto peggio di quelli che li avevano preceduti. Ed il Popolo, stanco, sfiduciato, frustrato, ha fatto la cosa peggiore, tra quelle che poteva fare: si è arreso; ha smesso di andare a votare; si astiene.

È un 1° maggio difficile, amici lettori. Una giornata in cui dobbiamo decidere di rimboccarci le maniche, e fare quello che abbiamo fatto tante altre volte, nella Storia: rinascere.

I miei migliori auguri, a tutti, per la Festa del Lavoro.


- Un pezzo scoperto fresco fresco, che a me è piaciuto; lo trovate qui

- Ventiquattro anni fa mi incavolai perchè, invece che a San Giovanni, in occasione del Giubileo del 2000 la sinistra organizzò il 1° maggio sui prati di Tor Vergata, perchè invitata lì da Papa Giovanni Paolo II, che organizzò il "Giubileo dei lavoratori".  Fui letteralmente linciato, per questo articolo, e tutti gridarono allo scandalo. I più buoni scrissero "scherza con i fanti, ma lascia stare i santi!". Evidentemente erano meglio informati di me, perchè Giovanni Paolo II è stato fatto Santo dopo 14 anni. Se volete rileggerlo, è quì




 

Gli articoli più letti

PRESEPI E BUROCRAZIA

DI COSTELLAZIONI SATELLITARI

MMCS - communicatio dpt