CASSAZIONE ANNOTA TUTTO IL DL SICUREZZA CON MATITA BLU
La Corte di Cassazione rileva tanti errori da matita blu nel DL Sicurezza.
Rileva, innanzitutto, l’abuso di decretazione d’urgenza.
Il testo del DL in questione, infatti, è la trascrizione, tal quale, del DdL (disegno di legge), ed è quindi a rischio di incostituzionalità, per metodo e merito.
Infatti, il Servizio penale dell’Ufficio del Massimario e del Ruolo della Corte Suprema, nella relazione 33 pubblicata il 23 giugno 2025, scrive:
“La prassi parlamentare annovera due soli precedenti di trasposizione dei contenuti di un progetto di legge in discussione in Parlamento in un decreto-legge, a suo tempo in effetti censurati dalla dottrina costituzionalistica e, in ogni caso, nessuno dei due riguardava la materia penale”
In 129 pagine mette a fuoco tutti i profili problematici e le manifeste criticità dell’eterogeneo contenuto dei 38 articoli del provvedimento governativo in vigore dal 12 aprile 2025.
La relazione della Cassazione, pur non vincolante, potrebbe costituire una solida base per eventuali ricorsi in Corte Costituzionale.
“L’estrema disomogeneità dei contenuti avrebbe richiesto un esame ed un voto separato sulle singole questioni, mentre la conversione in legge li riunisce a bordo di un unico articolo, in violazione della Costituzione (art. 72) laddove prevede l’analisi e il voto distinto per ciascun articolo” dice la Cassazione.
Il colpo di mano sul Parlamento potrà essere certificato, ricorda la Corte, in sede di "ricorso per conflitto di attribuzione da parte dei singoli parlamentari".
SUL METODO, la relazione ricorda che "il decreto non è stato presentato alle Camere per la conversione in legge il giorno stesso, come invece obbliga l’art. 77 della Carta."
Mancando dunque i presupposti costituzionali della decretazione d’urgenza, fa notare la Corte Suprema, si potrebbe determinare "l’invalidità della legge di conversione".
SUL MERITO, la Cassazione mette in guardia sul “rischio di colpire eccessivamente gruppi specifici, come minoranze etniche, migranti e rifugiati” e sulle potenziali “discriminazioni e violazioni di diritti umani”. Dalla disamina si evince l’estrema “incertezza applicativa” di alcune norme, per come sono state formulate le fattispecie di reato ma anche le aggravanti e gli aumenti di pena. In molte parti del testo governativo i giudici riscontrano la possibile violazione dei principi costituzionali di materialità, precisione e determinatezza, offensività, uguaglianza, autodeterminazione, ragionevolezza e libertà di manifestazione del pensiero.
A titolo meramente esemplificativo, ma non esaustivo, nel caso di alcune aggravanti o sospensioni condizionali della pena che vengono applicate solo se il reato viene commesso in un determinato luogo (stazioni o convogli), da una persona in un determinato status (l’essere detenuto), o in un determinato contesto (‘danneggiamento in occasione di manifestazioni’, che evidenzia il rischio – spiega la Corte – di considerare disvalore contestazione e dissenso).
Discriminante, poi, è anche l’art. 15 che prevede l’esecuzione della pena negli Icam solo per le donne incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno (un giorno in più all’anagrafe del bimbo fa la differenza).
Come lo è distinguere tra i pubblici ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza nei reati di resistenza o violenza: ‘disparità di trattamento’.
Sempre in materia di ordine pubblico, il via libera a usare armi diverse da quelle d’ordinanza senza licenza non ha alcuna ‘plausibile ratio politico-criminale’.
Nei casi di rivolte nelle carceri e nei CPR, il precetto non fa alcun riferimento alla ‘legittimità degli ordini impartiti per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza’, oltre a violare il ‘principio di proporzionalità’ nell’eventuale uso di resistenza passiva.
Ed ancora: la norma che punisce le occupazioni abusive presenta ‘eccessiva indeterminatezza’, è ‘di difficile configurabilità’, e non prevede alcuna possibile ‘forma di impugnazione’.
“L’intervento più significativo e, per certi aspetti, più controverso, del DL, è l’estensione dello scudo penale per i Servizi Segreti che creano o dirigono gruppi eversivi o terroristici ‘a fini preventivi’.
Infine, il divieto alla commercializzazione della cannabis (art. 18) ‘sembra impedire la libera circolazione di una merce all’interno dell’UE in spregio al principio del mutuo riconoscimento e in rilevato difetto di esigenze imperative, non essendoci evidenze scientifiche che provino che le infiorescenze di canapa e i derivati di varietà di canapa con un contenuto di THC inferiore allo 0,3% siano una minaccia per la sicurezza e la salute pubblica’.
===== ===== =====
L'intervento della Corte di Cassazione dimostra, una volta in più, che questo Governo non solo abusa della decretazione d'urgenza, attribuendosi un Potere che non ha (quello legislativo), di cui deruba i rappresentanti del Popolo (i Parlamentari), ma soprattutto evidenzia una crassa ignoranza della Costituzione della Repubblica Italiana e delle più elementari norme del nostro diritto. Sembra, insomma, che nessuno dei membri di questo Governo abbia titolo ad occupare la poltrona su cui appoggia le chiappe, e da cui esercita il suo potere su noi cittadini.
Bhè! Se così stanno le cose, se questo governo non sa fare che errori gravi e gravissimi, da matita blu, allora è ora di cambiarlo.
Buon proseguimento di domenica.
